
La versione ufficiale la fornisce la coppia pidiellina di capigruppo (camera e senato) Cicchitto e Gasparri: «Impegni concomitanti», con riferimento alla girandola di riunioni del proprio partito e di impegni parlamentari della convulsa giornata di ieri (che però non è che fossero una novità). Quella reale è che il Pdl, diviso e alla disperata ricerca di un accordo con la Lega per non perdere l’opzione sul quarto consigliere, non sa che pesci pigliare sull’indicazione dei membri del nuovo cda Rai che ieri la commissione di Vigilianza era chiamata a eleggere.
Sicché, complice la Lega (la quale aveva detto che si sarebbe astenuta o al massimo non avrebbe votato, ma che invece non si è proprio presentata), ha fatto saltare il numero legale. Così niente nuovo cda Rai, non per ora, almeno. E prossima convocazione di un’altra seduta della Vigilanza. Ieri, su quaranta consiglieri di commissione, ne mancavano 21, sicché non si è potuto arrivare a nulla (fra chi c’era non hanno ritirato le schede Pardi, Idv, Beltrandi, Radicali e Sardelli, misto liberali per l’Italia).
Duro il Pd, con il capogruppo in Vigilanza Fabrizio Morri: «Comportamento irresponsabile, il cda è scaduto da due mesi. A questo punto il governo convochi un vertice di maggioranza per un chiarimento». I dem hanno votato Colombo e Tobagi, come indicato dalle associazioni.
© 2012 Europa. Tutti i diritti riservati