
La vera stangata sulle vetture potenti è arrivata adesso: rispetto alla prima manovra estiva, che aveva istituito l'addizionale erariale in aggiunta al bollo auto (che è regionale), raddoppia l'importo e, soprattutto, scende un bel po' la soglia di applicazione (da 225 kiloWatt, roba da tremila turbo a benzina in su, a 170, talvolta superabili anche da una milleotto turbo, sempre a benzina). Il colpo è attutito dal fatto che sono colpite solo le vetture fino a tre anni di età, mentre per quelle più vecchie l'addizionale resta quella originaria. Un po' di equità, insomma. Meno toccate anche le diesel, generalmente meno potenti (salvo pochissimi modelli, commercialmente in via di estinzione). Ma le conseguenze più importanti sono sul mercato dell'usato. Anche per il nuovo regime Ipt introdotto a maggio col federalismo delle tasse locali e inasprito dalla prima manovra estiva (con la poco equa eccezione delle regioni a statuto speciale): l'acquirente, meno danaroso del primo proprietario, deve pagarla in proporzione alla potenza anche se acquista in autosalone (prima qui se la cavava con 180 euro fissi). Ciò terrà lontani molti semplici appassionati che le supercar le cercano d'occasione, deprimendone le quotazioni ancor più del solito.
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