
25/10/10
La stampa
Tutti in piedi, cantano a squarciagola «Bella ciao». Finisce così il primo congresso di Sinistra ecologia e libertà. Finisce con una standing ovation per il suo leader Nichi Vendola, eletto presidente all'unanimità (peraltro era l'unico candidato). E adesso, fatto il nuovo partito, adesso che «ci siamo ritrovati dopo essere stati smarriti», comincia l'avventura più difficile, quella che dovrà portare Vendola alle primarie del centrosinistra.
E, possibilmente, a vincerle. Almeno questa è la sua intenzione. «Non sarò presidente di un piccolo partito ma presidente di una grande speranza» proclama. In teoria ce la può anche fare, la sua popolarità è alta piace come parla e quello che dice, travalica il suo elettorato di riferimento, quello dell'ex sinistra radicale. Raggiunge molti elettori del Pd (che infatti lo teme), rappresenta le minoranze (è gay dichiarato e lo rivendica) e si spinge anche in campi inesplorati, il mondo cattolico per esempio. Al quale non a caso ieri ha dedicato gran parte del suo discorso finale, battendo sul fatto che «c'è un'Italia migliore di quella che ci viene rappresentata dal gossip di fango e dai veleni dei dossier».
È a questa Italia che Vendola si rivolge, parlando direttamente alle persone. Anche ai cattolici, appunto, sottolinea con forza il suo esserlo: «Non intendo certo nascondere la mia fede religiosa, è stata la culla della mia vita» (e qui coglie l'occasione per smentire l'incontro, rivelato ieri da questo giornale, con il cardinal Bagnasco, una ' smentita doverosa quanto scontata che nel pomeriggio arriva anche dal portavoce della Cei). Lui col mondo cattolico vuole il dialogo, sempre e comunque, vuole tenere «aperta la porta anche quando la discussione diventa aspra: guai rispondere con vecchie pulsioni anticlericali, con la Chiesa voglio parlare anche dei temi eticamente sensibili. A quelli che parteciparono al Family day voglio chiedere se si sentono più offesi da due persone dello stesso sesso che si amano o dal neoliberismo che li ha impoveriti». Parla di Gesù Cristo «che ci ha insegnato che la storia è il potere dei segni (il legno e i chiodi della croce) e non il segno dei potere».
Si spinge fino a discettare del «vivente non umano» (citazione da Ingrao), non esistono solo le persone ma anche gli animali e le piante che vanno rispettate. I bambini poi non ne parliamo: «Hanno diritto a riavere una loro soggettività, negata in questo mondo sbagliato». Il tono è intriso di religiosità, qualcuno alla fine gli porge un bambino tra le braccia neanche fosse il Papa o addirittura Gesù. Ma Vendola non si dimentica la politica di tutti i giorni, cita Aldo Moro che se fosse stato vivo avrebbe «invitato la classe dirigente a considerare la piazza della Fiom una risorsa per il futuro». «Ma noi non vogliamo essere il partito della Cgil, pensiamo che la Cgil sia utile all'Italia». E comunque si allo sciopero generale: «Uno specchio in cui si può guardare il Paese».
E sì ovviamente a un'alleanza, «non a una sommatoria», con tutto il resto della sinistra «perché la nostra gente ci vuole insieme». Lui prima però vorrebbe «una risposta illuminante da Bersani: abbiamo detto sì a un governo di scopo per fare solo e unicamente la legge elettorale. Ma diciamo no a un governo tecnico che faccia le riforme economiche. L'economia non è una scelta tecnica ma squisitamente politica...
E allora, caro Pier Luigi, quali riforme e con chi le facciamo, con Tremonti e il suo neoliberismo, con la Gelmini che ha distrutto la scuola pubblica, con chi?». Ci sarà tempo per unirsi, dividersi e forse tornare a unirsi. Intanto Vendola da oggi ha il suo trampolino di lancio, spera che le elezioni arrivino presto per poter cavalcare l'onda. Sinistra ecologia e libertà al momento vive per lui: «Non potevamo chiamarci solo La sinistra perché è un concetto che non comprende in sé gli altri due: sinistra ha significato anche industrialismo sfrenato, gulag e carri armati».
© 2010 La Stampa. Tutti i diritti riservati