
Non un ribaltone ma una transizione che si contrappone all'immobilismo della rissa quotidiana». Walter Veltroni rilancia la sua idea di un governo di «decantazione», un esecutivo bipartisan che possa affrontare le emergenze e rifare la legge elettorale, prima di andare al voto. Una proposta lanciata con una lettera al Corriere della Sera, firmata assieme al senatore del Pdl Giuseppe Pisanu e che ripete ad Amelia, al seminario dei Liberal del Pd. Per Veltroni il Paese è in «progressivo slittamento verso l'abisso», a causa di un premier che «costituisce un tappo alla vita politica e che avvelena il Paese: le sue parole irresponsabili mettono in discussione le architravi del pensiero democratico. Stiamo perdendo la capacità di indignazione». Di fronte a tutto questo, «alla rissa e all'immobilismo», Veltroni propone «una breve fase di transizione che chiuda l'agonia del Paese, piena di rischi e di pericoli. È una stagione che si sta concludendo. Sarebbe un cambio di maggioranza per affrontare le situazioni più drammatiche e creare le condizioni per un bipolarismo maturo. Solo così l'Italia riuscirà a uscire della crisi». E per segnalare gli effetti positivi di intese bipartisan, l'ex segretario del Pd ricorda quando un incontro tra lui stesso, Casini e Fini creò le condizioni per l'elezione al primo scrutinio di Carlo Azeglio Campi alla presidenza della Repubblica. Parole criticate da Marco Pannella, che lo definisce un «barattiere», fautore cioè del «baratto unionista-nazionale». Nel suo partito Dario Franceschini dà il via libera al governo di «decantazione», ma «in caso di emergenza democratica». Perplesso, invece, Ignazio Marino. Decisamente contrario il centrodestra. Per il ministro leghista Roberto Maroni questa ipotesi «non esiste, è una cosa irrealizzabile». Anzi, «patetica», aggiunge Gianfranco Micciché. Il ministro Renato Brunetta ricorda a Veltroni che «la sovranità appartiene al popolo».
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