
Walter Veltroni esprime tutta la sua preoccupazione per la situazione italiana con immagini mai così forti. Al seminario dell'area Liberal del Pd organizzato da Enzo Bianco ad Amelia parla di «un progressivo slittamento verso l'abisso. Un abisso del quale non ci ci si accorge ma in cui stiamo scendendo lentamente. Stiamo perdendo la capacità di indignazione», dice l'ex segretario del Pd. Il colpevole è soprattutto uno, Silvio Berlusconi. Il «tappo» di un'evoluzione naturale del Paese, un dirigente che usa termini «che nessuna persona con responsabilità istituzionale potrebbe usare», «delegittima il lavoro di magistrati e insegnanti» e «avvelena l'Italia».
Veltroni vede l'orlo del precipizio: «La situazione italiana è arrivata a un punto limite, bisogna smettere di ridere quando parla Berlusconi. Perché il suo vero nemico non è l'ideologia comunista, che gli fa comodo per ragioni propagandistiche, ma la cultura liberale e democratica, la cultura delle regole e del senso dello Stato». Ad Amelia l'ex leader rilancia anche la sua proposta alternativa al Cavaliere, quella firmata con Beppe Pisanu, senatore del Pdl. «A fronte di questa rissa permanente servirebbe una breve fase transitoria per chiudere questa agonia piena di rischi. Un governo di decantazione non è un ribaltone, non si tratterebbe di un cambio di maggioranza». Un esecutivo che vedrebbe dentro Fini e Casini, «persone che stimo da tempo», dice Veltroni ricordando l'accordo preso con i leader di Udc e Fli per portare Ciampi al Quirinale. Quel metodo di condivisione farebbe del bene all'Italia anche adesso. Ma il richiamo storico di Veltroni si attira le critiche di Marco Pannella. «Quell'intesa la fecero Berlusconi e D'Alema», dice il radicale. Alle parole allarmate di Veltroni segue l'annuncio di un gesto clamoroso di Antonio Di Pietro. «Andrò a denunciare Berlusconi» , dice il presidente dell'Idv a In mezz'ora. «Sul patto tra Fini e i pm il premier dice cose gravissime. Non credo sia avvenuto un fatto del genere, ma la magistratura deve comunque indagare: o è una calunnia o è un tatto vero».
Per il vicepresidente di Fli Italo Bocchino «a questo punto l'inquilino di palazzo Chigi rappresenta un problema per il presidente della Repubblica e un serio ostacolo per l'elettorato moderato e di centrodestra, che non può essere rappresentato da chi intende la politica come un'arena dove sfogare l'odio verso tutti coloro che non si piegano ai suoi interessi». Il riferimento di Berlusconi al patto tra Fli e magistrati, Bocchino avverte: «Ha il dovere di dimostrare quel che dice, vista la gravità della questione e le sue conseguenze istituzionali. E questa volta non gli basterà giurare su figli e nipoti, che ogni giorno sono oggetto della controprova delle sue menzogne».
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