
Incompatibile. Se oggi, com'è probabile, l'avvocato Massimo Varazzani verrà nominato amministratore delegato di Fintecna, la finanziaria pubblica (al 100% del ministero dell'Economia) che controlla immobili, società da dismettere e attività liquidatorie, Roma perderà il suo terzo commissario straordinario alla gestione del debito. L'assemblea degli azionisti, cioè Tremonti, amico di vecchissima data, lo ha designato tre giorni fa, stamattina sarà il cda a ratificare la decisione.
Secondo la legge Frattini del 2004, chi svolge il ruolo di commissario straordinario di governo non può ricoprire altri incarichi negli enti pubblici. Piuttosto complicato, dunque, che l'ad di Fintecna possa restare a gestire il piano di rientro del Campidoglio. Il sindaco, insieme all'esecutivo, dovrà affrettarsi a individuare un sostituto. Ma non sarà facile. Intanto perché sulla controversa nomina di Varazzani, contestata dal precedente commissario, pende ancora un ricorso al Tar (il primo, vinto dal giudice Domenico Oriani, costrinse il Tesoro a designarlo per la seconda volta). E poi perché, a tre anni dall'istituzione della gestione separata del bilancio comunale, sull'entità del debito accumulato fino al 2008 è ancora buio fitto.
A dispetto della legge che imponeva rendiconti trimestrali, della denuncia dei Radicali e delle ripetute interrogazioni parlamentari, a quanto ammonti con precisione ancora nessuno lo sa: partito da 8,6 miliardi certificati dagli ispettori di Tremonti dopo le elezioni, l'anno scorso schizzò a 12 (Alemanno dixit). Perciò, se anche si dovesse trovare, il quarto commissario straordinario non avrà vita facile.
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