
Una cinquantina di disposizioni che dovrebbero sostenere l’attrazione degli investimenti esteri (e non) in Italia. Questo il piano «Destinazione Italia» varato ieri dal consiglio dei ministri e presentato dal premier insieme ai ministri Flavio Zanonato e Emma Bonino. Il piano entra oggi nella fase di una consultazione pubblica a cui potranno partecipare tutti i soggetti interessati. Tra qualche settimana si passerà al varo dei decreti attuativi. «È il tentativo di dire che l’Italia non ha paura della globalizzazione - spiega Enrico Letta - ma che usa la sua forza per giocare la sua partita nel mondo. Vogliamo presentare un modello che non è un outlet, che svende il suo patrimonio, ma non è neanche Fort Apache, che gioca tutto in difesa». Il documento parte dalle cose fatte, prosegue con una serie di misure da realizzare, e infine presenta dei percorsi di privatizzazioni che sono ancora da discutere, e di cui si continuerà a parlare oggi in consiglio in occasione del Def. Il premier non va oltre l’annuncio di nuove liberalizzazioni e di dismissioni solo nel caso in cui un bene non possa essere valorizzato. Non si sbilancia oltre. Anche perché proprio sulle privatizzazioni c’è stato un lungo intervento di Andrea Orlando in consiglio dei ministri. Il titolare dell’Ambiente ha argomentato che senza un piano sulla presenza pubblica in economia le dismissioni si trasformerebbero in una svendita di beni pubblici. In ballo ci sono anche le spiagge e le concessioni a gara secondo al direttiva Bolkenstein. Letta ha recepito le osservazioni di Orlando, prendendo l’impegno a discutere dei diversi casi nel consiglio di oggi. Il piano dovrebbe prevedere sia dismissioni di patrimonio immobiliare, che di aziende locali e partecipate. «Destinazione Italia» sarà presentato nel mondo con una sorta di road show, che inizierà già la prossima settimana a Wall Street. «Approfitteremo della riunione dell’Onu - ha detto Letta - per incontrare gli operatori finanziari. Il 7, 8 e 9 ottobre poi andrò negli Emirati arabi». Con questa iniziativa «si avrà una policy organica con l’obiettivo di favorire gli investimenti esteri ha spiegato Zanonato - la missione fondamentale è di accompagnare gli investitori esteri e di far in modo che diventi facile investire nel nostro Paese, sia dal punto di vista fiscale che normativo». Si prevede una governante unitaria del processo, affidata a Invitalia. «Il ministero degli Esteri è coinvolto per l’articolazione territoriale che ha - ha aggiunto Bonino - Abbiamo già deciso di ridefinire la nostra presenza, tagliando alcune sedi nei Paesi europei per aumentarne il numero in Cina e nei Paesi in via di sviluppo». Secondo Bonino l’attuazione del progetto passa anche attraverso l’apporto di personale qualificato, perché «attrarre investimenti non è la stessa cosa che promuovere l’export».
LE MATERIE
Tra gli interventi previsti, la liberalizzazione della finanza d’impresa, con la possibilità per le piccole aziende di accedere a nuovi strumenti di finanziamento. C’è poi un sostegno alle società che si quotano attraverso un aumento di capitale. «Destinazione Italia» dà certezza delle regole, ad esempio con procedure e modelli standard a livello nazionale per le autorizzazioni, fanno sapere da Palazzo Chigi. Inoltre prevede la valorizzazione degli accordi con le parti sociali per adattare le regole contrattuali alle specificità dei nuovi investimenti. C’è poi la redazione di un testo unico della normativa sul lavoro. Si punta anche alla certezza dei tempi, ad esempio con la riforma della conferenza dei servizi; la semplificazione del rito per la gestione delle controversie di lavoro; l’alleggerimento dei procedimenti; certezza del fisco, ad esempio con accordi fiscali tra l’Agenzia delle Entrate e l’impresa. Il progetto contiene misure volte a sostenere le imprese - soprattutto pmi italiane e la loro modalità di finanziamento. Funzionale a questo è ad esempio il piano, elaborato con Consob, per invertire il declino della Borsa Italiana. E poi il turismo e la cultura anche attraverso il web.
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