
«Abbiamo due mesi di tempo per capovolgere la situazione: aiutatemi voi». A metà discorso, Nicolas Sarkozy si è rivolto direttamente alla platea. Entusiasmo palpabile, visti i numeri raggiunti dal primo vero meeting dalla nuova discesa in campo. Ieri a Villepinte, banlieu nord di Parigi, c'erano circa 60 mila persone per il presidente. Arrivate in buona parte via pulmini organizzati dal partito.
Candidato a una riconferma all'Eliseo, Sarkozy ha subito abbandonato le vesti del capo di Stato. Si è presentato accolto da luci adatte ad uno show tv, più che a un semplice comizio. Una scenografia creata ad arte per lanciare ultimatum: «Se nei prossimi 12 mesi non sarà raggiunto alcun progresso sui controlli alle frontiere esterne dell'Europa, la Francia sospenderà la sua partecipazione agli accordi di Schengen». L'unico modo per evitare l'implosione dell'Europa, per Sarkozy, è di creare un governo politico in sede europea per le questioni dell'immigrazione.
Non solo propaganda, come quella elaborata dal suo staff per recuperare voti a destra: Sarkozy ha spiegato che l'islam va rispettato. Ma senza privilegiarlo rispetto agli altri culti. Stessi orari nelle piscine e uguali menu nelle mense scolastiche. La polemica sulla carne halal, innescata due settimane e mezzo fa da Marine Le Pen, candidata del Front National, non si è affatto riassorbita. Il j'accuse della candidata di estrema destra era legato allo stordimento rituale praticato nei principali mattatoi parigini a insaputa di molti francesi, su cui Sarko aveva glissato. Il tema immigrazione è stato dunque ripreso ieri, come un randello politico. Distinguendo chi contribuisce allo sviluppo del Paese da chi lucra sulla buona fede di uno Stato che ha già accolto molti immigrati.
Un discorso utile a galvanizzare la militanza, stanca del suo approccio troppo presidenziale e giudicato eccessivamente equilibrato su questi temi. Una virata a destra del suo programma elettorale.
A onor del vero, le proposte per il nuovo quinquennato non sono state ancora disvelate tutte. La minaccia di voler escludere da Schengen un Paese inadempiente è strettamente connessa allo slogan scelto da Sarko per la campagna 2012. "La Francia forte". Il Paese che non deve chiedere mai, verrebbe da scrivere. Ma su molti punti Sarkozy deve ancora pronunciarsi. Ad esempio, sull'Europa, in materia di cessione di sovranità su tasse e decisioni di finanza pubblica ad un commissario, non è d'accordo con Angela Merkel. Ma continua a sorvolare propagandando la sua idea.
Ha cambiato pelle, Sarkozy. Nonostante le apparizioni televisive, è ancora dietro il socialista Francois Hollande di 5 punti nei sondaggi. Ieri ha cercato la svolta. Tutto preparato per evitare gaffes. Giornalisti relegati in un quadrilatero lontano dalla possibilità di rubare dichiarazioni e una prima fila studiata per le copertine dei giornali. Alla vigilia del meeting, infatti, una delle paure degli organizzatori era di avere una platea formata soltanto da politici di marca Ump, il partito del presidente. L'atteso appoggio dei radicali centristi di JeanLouis Borloo è arrivato solo parzialmente. L'entusiasmo per il primo vero raduno elettorale dalla nuova discesa in campo di Nicolas Sarkozy è stato però confermato.
Complici alcuni colpi bassi della stampa transalpina, soprattutto quella patinata, si temeva che alcuni vip. non onorassero l'invito. Per la prima fila i posti riservati al mondo del cinema sono stati occupati: con Gérard Depardieu seduto accanto a Carla Bruni. L'attore francese aveva già supportato Sarko nel 2007, ma non era scontato che si esponesse in suo favore. La preparazione del meeting si è snodata dunque anche sul piano dell'immagine. Cultura e spettacolo per una scena da maxi concerto. Le luci erano quelle. E' mancato invece il "suo" amico rocker, Johnny Hallday. Il cantante quasi 70enne che era stato visto a pranzo con l'altro candidato alla presidenza, Francois Hollande, appena qualche settimana fa. Interpellato dai cronisti, Hallyday aveva definito Sarkozy «un amico». E lui stesso, «uno che non abbandona gli amici». Eppure ieri c'erano altri vip, provenienti dal mondo della cultura. Non lui. Oltre a Depardieu, Emmanuelle Seigner e lo scrittore Jean d'Ormesson. Un bottino magro per chi deve recuperare voti anche negli ambienti dell'arte.
© 2012 Il Secolo XIX. Tutti i diritti riservati