
Si consuma su uno degli architravi del programma elettorale, da sempre bandiera del centrosinistra, l’ultimo scontro fra il sindaco e il suo (ex?) partito. È bastato che il primo cittadino, alla Festa dei Giovani Democratici, dicesse che «sì, manterremo la promessa, realizzeremo il registro delle unioni civili partendo dalla proposta avanzata da Sel» per scatenare le ire del Pd. Il quale da tempo aveva pregato Marino di preparare, vista la delicatezza del tema, una propria delibera che contenesse e superasse tutte le altre depositate in assemblea capitolina. Sono furiosi, i consiglieri dem. «È l’ennesimo schiaffo al Pd», tuonano nel corso del vertice convocato in fretta e furia a Via delle Vergini per studiare la contromossa che vale come un cartellino giallo all’indirizzo del sindaco. «Ma come? Noi gli chiediamo di fare una sintesi delle varie proposte in campo, di farsi interprete della battaglia sui diritti civili che lui stesso combatte da una vita, e invece che fa? Abdica al suo ruolo attribuendo tutto il merito, e l’iniziativa politica, a un singolo partito, come se noi non ci fossimo espressi o, peggio, fossimo disinteressati». Tanto più che di progetti, sul tema, in aula Giulio Cesare ne giacciono almeno tre: uno, di iniziativa popolare, depositato dai Radicali nel maggio del 2012; un altro, più recente, targato M5S (che infatti rivendica di essere arrivato prima, «i13 agosto, Sel solo la scorsa settimana»); l’ultimo, appunto, dei vendoliani. «E se la nostra proposta non c’è è solo perché avevamo concordato col sindaco che sarebbe toccato a lui trovare una posizione comune a tutti i partiti che lo sostengono». Un affronto intollerabile.
L’ennesimo strappo di un braccio di ferro che sta tenendo in fibrillazione l’intero centrosinistra. Fatto sta che, a sera, anche il gruppo del Pd partorisce il suo "disegno di legge" sul registro delle unioni civili, «auspicando - sottolineano il capogruppo D’Ausilio e la vice Tempesta - un incontro con le altre forze di maggioranza e con il sindaco Marino, per confrontarci su un tema che merita una soluzione ampiamente condivisa». Come dire: te lo diciamo ufficialmente così non puoi più cambiare le carte in tavola. Posizione che costringe Sel a correggere il tiro («Siamo pronti a ritirare la nostra delibera per lavorare insieme su una nuova proposta») e la presidente della Commissione Statuto, Svetlana Celi, a convocare per venerdì prossimo la discussione su tutti i documenti relativi all’istituzione dell’albo. In modo da poterli, eventualmente, riunire in uno solo. «Non è una questione di bandierine ideologiche», concludono con fastidio i piddini. «La verità è che Marino non può più permettersi, specie su temi dirimenti per la città, di far finta che i democratici non esistano». Se non è un atto di guerra, poco ci manca.
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