
Il sindaco di Milano Pisapia che ha già promesso di varare entro il 2012 il registro comunale delle unioni civili - ha deciso di estendere fin d'ora alle coppie di fatto, anche omosessuali, la possibilità di accedere ai contributi per le famiglie in difficoltà economica. Erano prevedibili, e infatti sono puntualmente arrivate, le proteste dell'ala cattolica del Pdl e della Lega. Un po' meno comprensibile la posizione della Cgil, che ha lamentato il fatto di non essere stata coinvolta nella decisione, con ciò stesso esprimendo quanto meno un dubbio su di essa. Ma, anche se non nuova, colpisce soprattutto la protesta del capogruppo in consiglio comunale del Pd, Carmela Rozza, che ha criticato la decisione della Giunta. Ancor più stupefacente la motivazione della protesta: secondo la Rozza, si sarebbe dovuto rinviare il tema delle coppie di fatto a dopo la visita del papa, in programma a Milano il 3 giugno per l'incontro mondiale delle famiglie.
Dunque, secondo l'esponente del Pd milanese, la capitale del socialismo riformista, sempre all'avanguardia nelle conquiste dei diritti civili, dovrebbe aspettare fino a giugno per non turbare la visita del papa a Milano e le celebrazioni delle famiglia così come le intende la Chiesa Cattolica. Questa vicenda è solo una spia del problema più generale del crescente ritardo dell'Italia rispetto all'Europa nel campo dei diritti civili, di cui nei giorni scorsi Michele Ainis ha felicemente parlato come de «lo spread dei diritti civili», non meno grave di quello relativo ai Buoni del Tesoro. Purtroppo, il silenzio della sinistra e, sul versante opposto, la martellante azione delle gerarchie ecclesiastiche contro ogni cambiamento sui temi che il Vaticano definisce «non negoziabili» stanno già producendo frutti avvelenati. Lo dimostra il rapporto Eurispes 2012, che vede calare nettamente il numero degli italiani favorevoli ad una legge sul testamento biologico: i favorevoli sono il 65,8%, contro il 77,2% del 2011, l'81,4% del 2010 e il 74,7% del 2007. Aumenta invece il numero dei contrari (30,3%).
Ora, è chiaro che il problema del testamento biologico non può essere affrontato nei prossimi mesi perché il governo tecnico evita, comprensibilmente, di mettere in forse la propria già precaria esistenza «toccando i fili» di un tema così delicato. Ma questo non vuol dire che i problemi dei diritti civili debbano scomparire dal dibattito politico. Anzi, è necessario che le poche forze politiche da sempre attive sui temi della bioetica, gli intellettuali, i giornalisti si impegnino per costringere i partiti del centro sinistra a dire quali soluzioni intendono adottare su questi temi.
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