
04/10/10
La stampa
La bufera su Unicredit non è ancora dei tutto passata, dopo le dimissioni di Alessandro Profumo. Il neo amministratore delegato, Federico Ghizzoni, appena salito sulla plancia di comando di Piazza Cordusio, si appresta ad affrontare in settimana un compito delicatissimo: nominare uno o due direttori generali. Una partita che rischia di provocare più di un malumore tra manager e azionisti. Tra i candidati ci sono i tre i vice ad di Unicredit, Roberto Nicastro, Paolo Fiorentino e Sergio Ermotti. Il toto-nomine contempla anche, ma in posizione più defilata, il tedesco Theodor Weimer, ad dell'ex Hypovereinsbank, l'istituto che si è unito ad Unicredit. La scelta del direttore generale appare difficile e delicata soprattutto perché Ghizzoni dovrà tenere conto delle diverse ambizioni personali dei suoi manager, senza incrinare sul nascere quella che sarà la nuova squadra.
Una mediazione complessa che dovrà passare anche per il gradimento dei soci forti, le Fondazioni Cariverona, Crt, Carimonte e Cassamarca. Nicastro, che è stato in corsa fino all'ultimo per diventare ad di Unicredit, resta il candidato favorito alla direzione generale. Un incarico che però il manager, responsabile del settore commerciale (Retail) di Unicredit gradirebbe gestire in autonomia. Ma nella nuova governance, che Ghizzoni punta a definire in tempi brevi, potrebbe spuntare anche la figura di un secondo direttore generale. Tra i nomi che già circolano, negli ambienti finanziari vicini a Piazza Cordusio, c'è quello di Paolo Fiorentino, ora a capo dei servizi globali della banca. Più in salita, invece, appare l'ipotesi che sulla poltrona di direttore generale salga Weimer, gradito ad Allianz ma sul quale avrebbero opposto un «no» secco le fondazioni. E salvo colpi di scena, Ermotti dovrebbe essere confermato alla guida di due settori cruciali, la Corporate & Investment banking e il Private banking.
Già oggi, comunque, Ghizzoni aprirà le consultazioni per sciogliere al più presto il nodo della governance. Oltre a incontrare i manager, Ghizzoni sentirà il presidente, Dieter Rampl. Ma anche Banca d'Italia vorrà parlare della nuova governance: l'incontro è previsto nei prossimi giorni e tra i temi in discussione ci sarà anche l'assetto della banca e il rafforzamento dei libici in Unicredit, saliti al 7,5% di Piazza Cordusio.
Ma Ghizzoni, l'uomo dell'Est, dovrà anche scegliere chi sarà il nuovo responsabile delle attività del gruppo nel Centro ed Est Europa, un ruolo che prima era occupato dallo stesso Ghizzoni. L'altra partita di cui dovrà occuparsi è la Banca Unica, un progetto strategico per avvicinare ancora di più Unicredit al territorio e che partirà dal 2 novembre. Intanto, domani e mercoledì riprendono le trattative con i sindacati sui 4.700 esuberi. Una dialogo affidato al capo del personale, Rino Piazzolla ma che vorrà seguire da vicino anche Ghizzoni. E nel fine settimana l'ad di Unicredit volerà a Washington per partecipare al vertice annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, in cui si discuterà di come creare maggiore stabilità nel sistema finanziario globale.
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