
Quattro dei sette detenuti ricorrenti che hanno ottenuto giustizia dalla Corte europea dei diritti umani sono stati affiancati dal Partito Radicale, come ha spiegato ieri uno dei legali, l'avvocato Giuseppe Rossodivita, consigliere regionale Radicale nel Lazio. Una sentenza, quella di ieri, che premia la tenacia del l'unico soggetto politico nostrano che ha posto al centro della propria agenda elettorale la giustizia e non il giustizialismo. Con l'occasione, anche Emma Bonino ha annunciato la propria candidatura nella lista di scopo radicale «Amnistia, Giustizia e Libertà». Mentre Marco Pannella ha annunciato di voler riprendere lo sciopero della fame - «ma non della sete», che a dicembre, prima di Natale, gli ha procurato qualche danno alla salute. «Mi fa piacere che Napolitano, massimo responsabile della flagranza di reato dell'Italia nei confronti dei diritti umani e della democrazia, ora sia mortificato, bene», ha commentato il leader radicale memore dei tanti moniti del presidente della Repubblica che però non hanno mai prodotto nemmeno un messaggio ufficiale al Parlamento. Ora però anche i giudici di Strasburgo parlano di illegalità «strutturale» dei nostro sistema giudiziario. Pannella ieri ha lanciato un appello a «Monti, Bersani e al leader berlusconiano Bobo Maroni» per evitare che l'Italia non sia «non solo e non tanto condannata, ma infamata in Europa e nel mondo».
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