
20/10/10
Europa
Ci vorrebbe una Costituente liberale e democratica. È una proposta seria. Semplice e chiara. Certo, si tratta di un progetto politico che andrebbe approfondito, spiegato, dibattuto, ma ritengo che la sua esplicita e forte connotazione, di metodo e politica, filosofica e giuridica, ideale e pragmatica, sia talmente evidente da non necessitare l'aggiunta di inutili fronzoli.
Perciò, la mia domanda è innanzitutto questa: il Partito democratico, questo Pd, ha la forza di aprirsi ad una Costituente liberale? Oppure vuole rimanere appeso al riformismo dell'Ulivo? E i Radicali di Marco Pannella come si pongono di fronte a tale eventuale prospettiva? Che, poi, a dirla in breve, è anche la prospettiva che affonda le proprie convinzioni nel patrimonio politico e culturale di Luigi Einaudi, Benedetto Croce, Mario Pannunzio, Ernesto Rossi, Nicolò Carandini, Leo Valiani, Guido Calogero, Franco Libonati, Leonardo Sciascia, Enzo Tortora, cioè nel patrimonio storico e politico dei Radicali. Sicuramente, con un tempo e uno spazio congruo, si potrebbe entrare nel dettaglio e dare anche il quadro d'insieme.
Qualcosa, però, vorrei intanto specificare: il cambiamento dei metodi e dei costumi in senso liberale e democratico non può avvenire né a destra, né a sinistra e neppure al centro. Sono soltanto vecchie posizioni del potere fine a se stesso. L'alternativa al siste- ma trasversale della partitocrazia non sta né dentro la vecchia idea della "grande destra", né dentro il contenitore del Terzo Polo e neppure nel Nuovo Ulivo. Quella di una Costituente liberale e democratica è l'idea che sto cercando di delineare ormai da oltre due anni, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
È un progetto riformatore, in linea con la strategia antica per la Rosa nel Pugno. Ebbene, vorrei che un tale progetto per la conquista di una democrazia liberale, anche nel nostro paese e in Europa, venisse raccolto e discusso all'interno dei Radicali durante i lavori del prossimo congresso nazionale di Radicali italiani.
Insomma, credo sia mortificante per i Radicali parlare ancora del nostro presente politico ricorrendo alle solite collocazioni di destra, di centro e di sinistra. Sono tutte categorie storiche, importantissime e nobili, che servono per capire il passato, per comprendere la storia, per avere memoria, ma che non sono più adatte a leggere l'attualità in divenire né a tracciare quel futuro che vorremmo vedere. E qui, su questo punto, si staglia il nodo non ancora sciolto dell'evanescente rapporto politico tra Radicali e Pd. Ma facciamo un passo indietro: fin dall'inizio, il Partito democratico è stato, a seconda dei punti di vista, l'evoluzione o l'involuzione dell'Ulivo. Almeno così si era presentato agli elettori, già al tempo delle primarie vinte da Walter Veltroni. Con il Pd, insomma, si sarebbe dovuta aprire "la nuova stagione" per il paese, cioè il nuovo Ulivo prendeva nuove forme: quelle del Pd.
Infatti, all'interno dei democratici, fin da allora, qualcuno aveva mal digerito questo cambiamento veltroniano rivendicando, invece, lo spirito originario dell'Ulivo del 1996 rispetto a quello del "nuovo" corso. Così ci avevano spiegato, così era stato detto, così si era lasciato intendere e fatto capire. Oggi, però, a distanza di tre anni, veniamo a sapere che la grande idea rivoluzionaria e innovatrice dell'attuale dirigenza del Pd sarebbe quella di costruire il Nuovo Ulivo. È questa la grande novità? Forse, devo aver perso qualche passaggio lungo la strada. Infatti, se tale è la premessa, diventa inevitabile porre una domanda: il Nuovo Ulivo non sarebbe dovuto già essere nato con questo Pd? E allora, salvo decidere di abbracciare ancora la solita "Cosa" ormai ampiamente usurata, vecchia e logora.
A tal proposito, è bene ricordare che, anche all'interno del Pd, i Radicali hanno sempre sostenuto la necessità di costruire un Partito democratico diverso, sul modello americano, cioè hanno cercato di proporre un progetto liberale e democratico, socialista e riformatore, secondo la prospettiva già ampiamente indicata con la Rosa nel Pugno. Ora, a pochi giorni del IX Congresso di Radicali italiani, che si terrà a Chianciano dal 29 ottobre al 1 novembre, Emma Bonino e Marco Pannella, i nostri parlamentari eletti nelle liste del Pd, i dirigenti, i militanti e gli iscritti Radicali si ritrovano a dover capire se continuare ancora a restare "ospiti", spesso ignorati, dentro i gruppi parlamentari del Pd o, eventualmente, se e come continuare una interlocuzione con il Pd. Per questa ragione, una Costituente liberale e democratica sarebbe una buona risposta.
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