
21/09/10
Terra
«L'Italia si trasforma ma resta uno stato nazionale e unitario, con Roma capitale». Nel giorno dei festeggiamenti per i 140 anni della liberazione di Roma dal dominio temporale dei Papi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha salutato così, sul libro d'oro del Comune di Roma, la cittadinanza onoraria ricevuta dal sindaco capitolino, Gianni Alemanno. Il capo dello Stato ha poi aggiunto: «Rendo omaggio a Roma, più che mai capitale di uno Stato democratico che si trasforma restando saldamente Stato nazionale unitario». Giornata di celebrazioni, ma anche di polemiche. Perla prima volta dalla "breccia di Porta Pia" del 20 settembre 1870 un ministro vaticano è stato invitato ai festeggiamenti ufficiali organizzati dal Comune di Roma.
E la presenza del cardinale Tarcisio Bertone, in particolare, non è stata ben accolta dai Radicali italiani, oltre che dalle diverse associazioni laiche che ogni anno festeggiano il momento cardine del Risorgimento che coincide con la fine del potere temporale della Chiesa in territorio italiano. Così, da un lato il segretario di Stato vaticano commentava: «Un evento di riconciliazione tra Stato e Chiesa e di ritrovata concordia tra comunità civile ed ecclesiale, che segna anche la ritrovata libertà della Chiesa universale». Dall'altro, Mario Staderini, segretario di Radicali italiani, nel contestare il richiamo fatto da Bertone al ruolo di Pio IX «come elemento di conciliazione», ribatteva: «Le celebrazioni della breccia di Porta Pia sono state ridotte a una farsa».
Dal canto suo il presidente Napolitano ha ricordato che «il significato della presenza del segretario di Stato vaticano è la conferma del rispetto della Chiesa e della Santa Sede per Roma Capitale dello Stato italiano». Parole come sempre equilibrate, quelle del capo dello Stato, ma non si può non notare che da quando Gianni Alemanno è sindaco le celebrazioni della liberazione di Roma da parte dei bersaglieri hanno preso una direzione non proprio in linea con ciò che la storia ci ha consegnato. Al punto che lo storico Lucio Villari, nel commentare le modalità organizzative dell'evento celebrativo, parla di vera e propria «operazione di revisionismo».
Lo scorso anno, per «motivi di ordine pubblico» l'associazione anticlericale.net presieduta dal deputato radicale del Pd, Maurizio Turco, non ha ottenuto dalla questura di Roma il permesso di organizzare un evento «per celebrare i 139 anni dalla liberazione di Roma e contestuale fine del potere temporale dei papi». Ancora peggio, se possibile, è andata nel 2008, quando, alla presenza (impassibile) del vice sindaco Mario Cutrufo, prima un manipolo di cattolici appartenenti a Militia Christi ha deposto a Porta Pia una corona per "onorare" 1 16 mercenari morti nel difendere il Soglio pontificio. E poi, come se non bastasse, per la prima volta dal1871, il generale Antonino Torre (delegato di Alemanno alla Memoria) non si peritò di ricordare il nome dei 16 papalini omettendo di citare quello dei 48 bersaglieri morti nel dare il la all'Unità d'Italia.
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