
06/12/10
La stampa
Da un’idea - e da 50 milioni di dollari - del finanziere e filantropo Warren Buffett nasce la Banca mondiale dell’uranio arricchito, gestita dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica; la nuova struttura permetterà di diffondere l’uso pacifico dell’atomo evitando la proliferazione delle armi nucleari.
La Banca, la cui nascita è stata approvata dall’Aiea con un voto formale, consentirà a tutti i Paesi che vogliono l’energia atomica ma non sono in grado di arricchire l’uranio di trovare uno sportello dove ricevere il combustibile radioattivo; cioè non dovranno fare come l’Iran, che per dotarsi del suo combustibile si è costruito in casa degli impianti di arricchimento che però possono produrre sia il necessario per le centrali civili sia il materiale fissile con cui fabbricare le bombe atomiche.
Nel nuovo sistema approvato dall’Agenzia internazionale, gli Stati apriranno un conto presso la Banca e poi potranno ritirare tanto uranio arricchito quanto serve loro, sulla base di un computo di crediti e debiti. L’uranio sarà fornito agli Stati utilizzatori già confezionato nelle apposite barre da inserire nei reattori atomici, cioè in una configurazione che, secondo quanto assicurano gli esperti, sarebbe poi difficile alterare per l’uso militare.
Con l’espressione uranio arricchito si intende il materiale trattato per renderlo idoneo all’uso nelle centrali. Esistono anche tecnologie per usare come combustibile l’uranio naturale, cioè non arricchito, ma non sono molto diffuse e in ogni caso sono già sicure per conto loro, dal punto di vista della proliferazione militare, perché l’uranio naturale non si presta a produrre bombe atomiche.
L’idea di Warren Buffett non è un’improvvisazione. Il proprietario di Berkshire Hathaway, che è pure uno degli uomini più ricchi del mondo, l’aveva discussa assieme all’ex senatore democratico americano Sam Nunn, co-presidente a Washington della Nuclear Threat Initiative. I due avevano proposto all’Aiea di costituire la Banca e Buffett aveva messo sul piatto un primo finanziamento di avvio da 50 milioni di dollari, ma si era riservato di non versare questi soldi finché non ne fossero arrivati altri 100 da altre fonti. Il primo ad accodarsi è stato il Kuwait con 10 milioni, poi sono arrivati gli Usa, l’Unione europea, la Norvegia e gli Emirati arabi uniti; adesso i contributi ammontano a 157 milioni di dollari e bastano a partire.
Buffett commenta: «Non ho mai donato 50 milioni di dollari più facilmente, e non mi sono mai sentito meglio dopo averlo fatto. La Banca del combustibile nucleare è un investimento per un mondo più sicuro. Promuovere lo sviluppo dell’energia atomica per uso civile, bloccando i rischi di proliferazione militare, è un po’ come far rientrare il genio nella lampada».
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