
03/11/09
Il Giornale
Ma quale spada che difende il solco. Quelli del Secolo d`Italia con un rigurgito di retorica fascista polemizzano contro il Giornale e me per un paio di articoli, uno dei quali firmato Alessandro Sallusti sull`ennesima fregatura rifilata a Silvio Berlusconi. Addirittura il quotidiano di Flavia Perina sostiene che saremmo stati smentiti dal premier. Ma che barba con queste storie. Abbiamo pubblicato un fatto, e cioè che il ministro Andrea Ronchi, uomo di Gianfranco Fini, ha cancellato un emendamento relativo all`accorciamento dei tempi di prescrizione (in ossequio alle disposizioni europee), per cui il processo al Cavaliere non sarà «nullo», e l`organo finiano invece di ammettere che le cose stanno così, se la prende con noi. Da notare che la notizia in questione è stata data domenica dalla stessa Repubblica che non è esattamente parente stretta del Giornale. Sallusti ha descritto inoltre ciò che accade: ogni provvedimento destinato alla approvazione del Parlamento è visionato preventivamente dal Quirinale che, se. non lo gradisce, lo restituisce al mittente affinché lo corregga. Non è forse vero? Dài, lo sanno tutti quale sia ormai l`irrituale procedura. Tutti meno il Secolo. Il quale fa lo gnorri e ironizza su di me. Non si capisce quale sia il senso di certe diatribe pretestuose. L`unica cosa vera detta dalla Perina è che non sono maisceso in piazza né contro i missini né contro i comunisti; il mio genere di attività è sempre stato un altro. Al di là di queste quisquilie, segnalo che Berlusconi ha reagito all`ennesimo dispetto di alcuni ex di An con argomenti forti. Tra cui: se c`è gente che medita un cambiamento di maggioranza per farmi fuori, smetta di illudersi. O si va avanti come è stato fino adesso o si indicono elezioni anticipate; le somme si tirano alle urne. Parole chiare rivolte non al Giornale bensì a chi mesta nel torbido fingendosi paladino delle istituzioni. Il discorso su cui bisogna insistere purtroppo è il solito: mentre il Paese è di centrodestra, il Colle è di sinistra, la Consulta è di sinistra, qualcuno che era di destra fa il gioco della sinistra e ficca il bastone tra le ruote del governo; figuriamoci se, stante la situazione, il premier ha vita facile, per giunta con un esercito di toghe rosse impegnate a sbatterlo nell`angolo. Possibile che il Secolo non si accorga di niente e sprechi energie per dare addosso a noi perché raccontiamo la realtà e sveliamo qualche altarino? Vabbé, non è il caso di calcare la mano. Limitiamoci a chiedere a Ronchi, persona corretta, come mai ha cancellato l`emendamento riguardante la prescrizione. Per timore che Napoletano rimandasse indietro il testo? Che timore è? Non siglare un provvedimento rientra nei diritti del capo dello Stato; come però è un diritto del Parlamento approvarlo lo stesso e trasformarlo in legge comunque. Se si evita di seguire questo percorso non è perché sia irregolare quanto perché prevale la preoccupazione di andare d`accordo con il Quirinale a ogni costo, compreso quello di azzoppare il Cavaliere. Il quale evidentemente ha degli alleati che sono tali a intermittenza, quando lo decidono loro. E se ne infischiano del bene comune.
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