
26/10/10
Liberal
Sosteneva Pietro Nenni che la storia del socialismo italiano sta tutta in quella delle scissioni e divisioni del partito. Nulla di cui stupirsi dunque se ormai, persino in assenza di un partito di massa, i socialisti italiani continuino a perdersi dietro a mille suggestioni e altrettante disillusioni. Persino l'atto di fondazione del Psi, il congresso di Genova del 1892, s'aprì con una scissione: l'uscita dal movimento della componente anarchica. Da li, la faccenda è andata avanti più o meno sempre così: nel 1907 se ne andarono i sindacalisti rivoluzionari, nel 1912 i riformisti di destra di Leonida Bissolati, nel 1914 (alla chetichella) i massoni e i sostenitori del blocco politico con le forze borghesi, nel 1921 i comunisti, nel 1922 venne cacciato addirittura Filippo Turati (che fondò il Partito socialista unificato).
E questo Solo nei primi decenni: l'era repubblicana, per dire, s'apre con la grande scissione socialdemocratica di palazzo Barberini (1947) e solo due anni più tardi alcuni compagni che non volevano stare né con Saragat né con Nenni ridiedero vita al Psu, che poi sarebbe confluito nel Psdi, che a sua volta ritentò l'unificazione col Psi negli anni Sessanta per poi scindersi ancora (nel frattempo girò pure il Psiup).
Difficile seguire già così, ma dopo lo scioglimento del partito nel 1994 la cosa è praticamente impossibile: nasce quella che viene chiamata "diaspora socialista". Adesso, non essendo in nessun luogo, i nipotini di Nenni sono dappertutto. Intanto, dal 2009 è di nuovo in circolo il Psi vero e proprio, in zona centrosinistra, un partito uscito dalla costituente inaugurata dallo Sdi di Enrico Boselli, cui aderirono un pezzo del Nuovo Psi (Gianni De Michelis e Mauro Del Bue) e i Socialisti di Bobo Craxi: oggi lo guida il toscano Riccardo Nencini, che vinto il congresso contro quelli che volevano andare con Sinistra e Libertà (e qualcuno l'ha fatto) e contro quelli che volevano rifare la Rosa nel Pugno coi radicali e gli altri movimenti laici. Nel frattempo, però, De Michelis s'è riavvicinato al centrodestra, essendo divenuto consulente del ministro Brunetta, ex socialista pure lui, mentre il figlio di Bettino, che sembrava volesse uscire, è rientrato e sta con Nencini. Fuori dal nuovo Psi, comunque, associazioni, fondazioni e circoletti autonomi spuntano come funghi. Nel Pdl, per esempio, c'è"Riformismo e Libertà"di Fabrizio Cicchitto, la"Free Foundation"di Brunetta,"Giovane Italia"di Stefania Craxi e Maurizio Sacconi (costui, da ultimo, diretto a passi spediti verso un conservatorismo non compassionevole), il Nuovo Psi rimasto con Stefano Caldoro quando se ne andò De Michelis e aggiungiamoci pure i Circoli di iniziativa riformista dell'ex socialdemocratico Carlo Vizzini.
In zona centrodestra si muovono pure i Socialisti Unitari di Saverio Zavettieri, ras delle preferenze in Calabria, e il quotidiano Avanti! del pistarolo caraibico Walter Lavitola (molti ex socialisti, peraltro, hanno firmato un appello per dire che Lavitola con loro non c'entra niente). Poi ci sono pure i socialisti nel Pd: uno degli ultimi arrivati, l'inquisito ex assessore vendoliano Alberto Tedesco, da quando l'hanno portato in Senato sostiene che i socialisti devono entrare nel Pd e fare una corrente. Ultima giunta alla festa, martedì per la precisione, "Socialismo e Libertà", associazione fondata da Chiara Moroni, deputata recentemente approdata nell'arcipelago finiano. Trattasi, ha spiegato l'interessata, di «un contenitore socialista, riformista, liberale e laico» che rivolge un appello a tutti gli ex e i neo: «Venite con noi», nel paradiso indistinto del finismo. Accanto all'onorevole socialista sorrideva Italo Bocchino, già missino e tuttofare di Pinuccio Tatarella.
Bizzarro, ma lo stesso Bettino Craxi, col suo "socialismo tricolore", aveva portato a sé parecchi transfughi della Fiamma negli anni Ottanta. Adesso, semmai, il percorso è inverso. Bobo Craxi, però, non ha colto il richiamo parentale e s'è dedicato senz'altro alla presa per i fondelli: «Una cosa senza capo né coda, a meno che non si propongano di ricucire lo"strappo"del 1919», quando, s'intende, gli ex socialisti di Mussolini diedero vita ai Fasci di combattimento. Risolutamente resistenziale, invece, il socialista del Pdl Lucio Barani: «Gli ex Psi non possono stare con gli ex comunisti e gli ex fascisti». Forse qualcuno dovrebbe presentargli il ministro La Russa. «Consiglierei di non abusare del termine socialista», aveva chiesto al congresso di luglio Nencini. Consiglio non accettato.
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