
Davvero ci sembra impossibile credere alla versione di Concita De Gregorio quale viene riportata su "il Giornale" di martedì: "Emma Bonino - questa la ricostruzione dei fatti fornita dalla De Gregorio, all'epoca direttore de "l'Unità" - si candidò a Roma per assenza di un candidato dell'opposizione e aveva tutte le possibilità di vincere. Siccome il Pd non sembrava voler sostenere la sua candidatura, io andai da un altissimissimo dirigente del Pd e gli chiesi se per caso avessero deciso di non sostenerla". E "l'altissimissimo" dirigente del Pd le avrebbe risposto: "A noi questa volta nel Lazio ci conviene perdere. Perché siccome la Polveri& è una candidata di Fini ed è l'unica sua candidata della tornata, se vince, Fini si rafforza all'interno della sua posizione critica nel centrodestra e, finalmente, si convince a mollare Berlusconi e a fare il Terzo polo, insieme a Casini. A quel punto noi avremmo le mani libere Per allearci con Fini e Casini e andare al governo".
La De Gregorio si è chiesta allora come spiegare agli elettori che bisognava perdere, e poi anche come far capire di volersi alleare con Fini, la destra nazionale per antonomasia. Il superdirigente non si è scomposto: "non saremo noi a dare spiegazioni, la spiegazione la darà la crisi economica!". Perché la De Gregorio sia attendibile e non si sia esercitata, con questa sua confessione, in una qualche provocazione politica, servirebbe sapere il nome dell'“altissimissimo” dirigente del Pd, quello che vuole far vincere la Polverini, perdere la Bonino, rafforzare Fini ed indebolire Berlusconi, il tutto in vista di un'alleanza Pd - Terzo polo. Un Machiavelli dei giorni nostri. Nei giorni passati invece imperversava il caso Marrazzo con effetti tali che una qualunque Polverini poteva battere facilmente qualsiasi candidato del Pd.
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