
In questo voto sulla manovra la Lega si è distinta non tanto per le proteste clamorose e sguaiate - in più di 60 anni il Parlamento repubblicano ha visto anche di peggio - quanto per le argomentazioni non solo estremamente rozze ma chiaramente volte a propiziare il fallimento dello Stato e la sua divisione territoriale. Dall'altro lato le argomentazioni dell'Idv ricalcavano in modo impressionante i cliché reazionari che hanno sempre caratterizzato le forze antidemocratiche nelle crisi economiche e sociali del secolo scorso. Del resto l'affinità tra i due gruppi si è mostrata già nelle scorse legislature quando si è tentato di porre mano a riforme sulla giustizia. Dunque la delimitazione della attuale maggioranza è molto netta, c'è una differenza culturale profonda. Da qui però a ipotizzare un nuovo "arco costituzionale'', come ha fatto ieri il fantasioso professar Buttiglione, ce ne corre. Intanto perché, in fin dei conti, è stata votata una manovra economica mica una nuova Costituzione. Poi perché lo stesso concetto di "arco costituzionale" quando fu messo in circolazione non raccolse unanimi consensi nemmeno fra quelli che pur vi erano ammessi. E anche oggi i pareri sulla sua passata utilità sono discordi. Infine gli esclusi nella prima Repubblica - il MSI, i radicali e i gauchisti - non arrivavano al 10% dei voti. Se si sommano Lega, Idv e Sel si arriva a circa il 25%. Non sembra una buona idea e può non stupire l'abbia avuta Buttiglione.
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