
L’ergastolo è “un oltraggio alla scienza”, “come il 41 bis anticostituzionale, antiscientifico e antistorico” e pertanto “va abolito”. Umberto Veronesi continua senza mezzi termini la propria battaglia contro il carcere duro e l’ergastolo ostativo, rei secondo l’oncologo di confliggere senza rimedio con l’obbligo della rieducazione. Nel corso del suo intervento al convegno su detenzione e diritti umani, organizzato dalla Camera penale di Milano, l’oncologo ha ricordato che “il male non esiste nell’uomo, che ha soltanto un’origine ambientale e non genetica e che la scienza ha dimostrato come il cervello si rigeneri continuamente durante la vita”.
In base questi due presupposti, secondo Veronesi, “condannare un uomo di 40 anni per un delitto commesso a 20 è come condannare un’altra persona perché, ormai, non è più lui”. Portando ad esempio gli ordinamenti dove “il carcere è una scuola”, che manifestano percentuali di recidiva molto inferiori a quella italiana, Veronesi ha invitato a credere nella certezza del cambiamento, insito negli essere umani, purché stimolato. Per questo, tanto il 41 bis quanto l’egastolo ostativo sarebbero “Anticostituzionali, antiscientifici e antistorici. La Costituzione - ha concluso - implica e obbliga alla rieducazione. È evidente che condanna a vita e rieducazione siano in banale contraddizione”. [3]