
«Vedrete che il Porcellum resisterà...non solo vedrà Natale ma pure le uova di Pasqua». A dirlo è il massimo esperto in tema di “legge porcata”, Roberto Calderoli. L’ex ministro leghista ha visto affossare ieri il suo ennesimo tentativo di mediazione, sul quale aveva ottenuto la disponibilità del Pd. A far saltare il tavolo è, ancora una volta, il Pdl. Tecnicamente, con una proposta di premietto bloccato (50 seggi per il primo partito, che ottiene una percentuale compresa tra il 25 e il 39), anziché quello variabile sul quale l’intesa sembrava vicina. Ma – come ammette lo stesso pidiellino Malan – «in questo momento le difficoltà non sono tecniche, ma politiche». E l’ostacolo politico porta il nome di Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere, certo di una sconfitta che i sondaggi fotografano in maniera sempre più netta (ieri Ipsos quotava il Pdl attorno al 14 per cento), è sempre più orientato a tenersi questa legge, per scegliersi interamente la propria pattuglia parlamentare. Per questo, ha convocato per oggi un vertice con i suoi, per dare loro la linea. Potrebbe essere l’ultimo atto, che sancirà la fine delle trattative e il via libera al Porcellum per le prossime elezioni politiche.
A palazzo Madama ieri sera si sono riuniti sia il gruppo del Pdl che quello del Pd, dopo che nel pomeriggio gli sherpa di tutti i partiti avevano provato a riannodare i fili del dialogo, spezzati dalla provocazione mattutina di Quagliariello. Ma sia la discussione in commissione affari costituzionali, sia l’approdo in aula del testo della riforma (entrambi previsti per oggi) slittano a data da destinarsi. «Non sappiamo quali siano le intenzioni del Pdl, ci facessero la cortesia di dircelo», chiede Bersani. Mentre nel Pd già riprendono vigore le voci che chiedono le primarie per la scelta dei parlamentari, nel caso in cui rimanessero le liste bloccate.
Tace, almeno per il momento, il capo dello stato, che ieri sera ha incassato la sentenza della Corte costituzionale, che ha accolto il ricorso del Quirinale sul conflitto di attribuzione nei confronti della procura di Palermo. Ma non è escluso che Napolitano torni a far sentire la propria voce, nel caso in cui la strada per la riforma elettorale diventi ancora più stretta.
© 2012 Europa. Tutti i diritti riservati