
La politica italiana e tutta presa dalle mosse di Scajola e Pisanu, e dal Pd che si divide fra chi vuole andare a votare subito e chi no. Eppure, a cercare bene, qualcosa di meno sconfortante sui giornali si trova.
Per esempio era singolare sulla prima pagina della Stampa di ieri un articolo dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua pieno di aspettative sul ruolo dell'Europa nella crisi medio-orientale e gonfio di delusione per l'operato di Obama. Può stupire il giudizio sull'Europa, che pure è squassato dalla crisi finanziaria e proprio ieri era descritto da un editoriale del Financial Times grosso modo come un continente in bilico. Lo scrittore israeliano, persona tutt'altro che digiuna di politica, mostra al contrario una fiducia nelle potenzialità dell'Unione europea che è l'ennesimo sintomo di come il paradigma che ha aperto il nuovo millennio, ovvero quello di un continente vecchio e stanco rispetto ai tempi nuovi del turbo capitalismo, si stia rapidamente rovesciando. La crisi colpisce tutti ma le ricette per superarla possono venire da un aggiornamento, naturalmente necessario, di un modello europeo che, attraverso coraggiosi passi verso l'unità politica, potrebbe far trovare al vecchio continente, proprio in mezzo alla crisi, soluzioni adatte ai nuovi tempi prima di altri. È un tema affascinante che dovrebbe sfidare le migliori intelligenze della sinistra. Che invece si applicano a quello che gli ha detto in gran se greto Scajola.
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