
BRUXELLES È il primo passo per tornare nel gruppo di Paesi europei virtuosi, che rispettano il Patto di stabilità e, dal 2014, beneficeranno di margini per investimenti e occupazione.
Ma la proposta della Commissione di abrogare la Procedura per deficit eccessivo contro l’Italia, che sarà formalmente adottata oggi, verrà accompagnata da un lungo elenco di riforme strutturali ritenute indispensabili per uscire dalla crisi e garantire una crescita di lungo periodo. Riduzione del debito, flessibilità del mercato del lavoro, rafforzamento del sistema bancario, interventi sulla pubblica amministrazione, liberalizzazioni, calo della pressione fiscale su lavoro e imprese: i grandi capitoli delle «Raccomandazioni Specifiche per Paese» destinate all’Italia contengono riforme «difficili», spiega una fonte europea. In parte stanno già condizionando l’agenda del governo: invece di bloccare l’aumento dell’Iva a luglio, «dobbiamo concentrarci sugli investimenti», ha avvertito ieri il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
In generale, buona parte della lista di cose da fare corrisponde alle Raccomandazioni dello scorso anno.
1) Al primo posto c`è il «consolidamento» dei conti pubblici: la situazione sui mercati si è calmata ma, con un debito al 130% del Pil, la Commissione ritiene necessario continuare a generare consistenti avanzi primari per riportarlo su un percorso discendente.
2) La novità del 2013 riguarda il settore bancario. «Le banche italiane, che erano forti nella situazione pre-crisi, ora lo sono molto meno», spiega la fonte. «Stanno emergendo vulnerabilità», conferma un alto funzionario: il problema è «l’ingente stock di crediti in sofferenza», dovuto in gran parte al declino dell’attività economica. Per la prima volta la Commissione chiederà all’Italia di intervenire attivamente per migliorare la capacità del settore bancario di sostenere l’aggiustamento dell`economia.
3) Su pubblica amministrazione e giustizia, la richiesta è di migliorarne l’efficienza per eliminare i fattori che scoraggiano gli investimenti.
4) Sul lavoro, l’invito della Commissione è di decentralizzare la contrattazione dal livello nazionale a quello aziendale e di migliorare i meccanismi di formazione dei giovani per adeguarli alle esigenze del mercato.
5) Sul fisco, Bruxelles chiederà un sistema «favorevole alla crescita», spostando la tassazione da capitale e lavoro verso consumi e proprietà, per ridurre la pressione fiscale sulle imprese.
6) Nonostante le riforme del governo Monti, la Commissione insisterà su un’ulteriore liberalizzazione dei servizi. Quanto alla Procedura per deficit eccessivo, l’uscita è ormai certa: il commissario agli Affari Economici, 0lli Rehn, chiederà ai ministri delle Finanze dell’Ecofin di abrogarla già prima della pausa estiva. Ma gli obiettivi di bilancio per il 2013 dovranno essere rispettati. «I margini si aprono soprattutto con riferimento al 2014», ha ricordato Saccomanni.
«Spero che non dia troppe illusioni, nel senso che non vuol dire che da dopodomani si riapre chissà quale rubinetto», ha spiegato il ministro degli Esteri, Emma Bonino. La flessibilità consentita dal Patto di Stabilità a chi sta sotto la soglia del 3% di deficit dovrebbe garantire all’Italia un tesoretto da 8-10 miliardi da destinare in investimenti materiali (come le infrastrutture) e immateriali (formazione, ricerca e lotta alla disoccupazione) co-finanziati dall'UE.
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