
Il «partito di Renata» ancora non c'è, ma ha tutta l'aria di poterlo diventare. Nel «Big Bang» - ma i Matteo Renzi qui non c'entrano - del centrodestra post-berlusconiano, la governatrice del Lazio sta diventando un fattore, in grado anche di scompaginare i vecchi assetti: ex An di qua, ex Forza Italia di là. Quello della Polverini, capace di far iscrivere al Pdl - stando ai dati ufficiosi - 30 mila persone nel Lazio, 8 mila a Roma, è un arcipelago, fatto di fedelissimi, neo acquisti, alleati e simpatizzanti. Un mondo complesso, con un obiettivo semplice: recitare da protagonista, nell'Italia del dopo-Cavaliere.
I fedelissimi
Il «partito di Renata» si fonda su una struttura solida, che in gran parte viene dall'Ugl, il sindacato del quale la Polverini è stata segretario generale. Uomini che, oggi, costituiscono l'ossatura del governo regionale: Stefano Cetica, assessore al Bilancio e predecessore della Polvermi al sindacato; Salvatore Ronghi, segretario generale a via Cristoforo Colombo; Giovanni Zoroddu, il capo di gabinetto. Cetica è la mente, Zoroddu l'organizzatore, Ronghi - esponente di «Forza del Sud» - quello che tiene i rapporti con gli altri governatori, come Stefano Caldoro (Campania) e Giuseppe Scopelliti (Calabria). A questi si aggiunge Leonardo Colucci, ex consigliere provinciale, responsabile della comunicazione in Regione. Tra i «fedelissimi», anche alcuni uomini della «Lista Polverini», entrati in consiglio regionale con «l'adozione a distanza» dei capicorrente Pdl ma oggi legati alla presidente: il capogruppo Mario Brozzi, il dentista Nicola Illuzzi, l'imprenditore Maurizio Perazzolo, l'ex sindaco di Valmontone Angelo Miele. Sul territorio, due capisaldi: Enzo Di Stefano in Ciociaria e Gianfranco Sciscione, editore tivù, nel sud pontino. Sono stati i candidati sindaci di «Città Nuove», associazione della Polverini, alle amministrative del 2010: entrambi andarono al ballottaggio.
I neoacquisti
La governatrice ha lanciato una vera e propria «campagna acquisti» all'interno del centrodestra. E diverse persone, ormai, sono passate con lei. Tra questi, il capofila è Adriano Palozzi, sindaco di Marino, neopresidente di Cotral, regista del tesseramento pro-Polverini. Neo acquisto anche Antonio Buonfiglio, ex «delfino» di Alemanno, ex sottosegretario all'Agricoltura, ex Fli, ora in «Città Nuove» con la Polverini. Ma la lista non finisce qui. Con la presidente, infatti, sono passati - in tempi diversi - prima l'ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, ora il sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini. I alcuni dirigenti, in fuga da Alemanno, hanno trovato casa a via Cristoforo Colombo: è il caso di Alex Voglino, direttore della Cultura prima del Comune e ora alla Regione, e di Raffaele Marra, ex direttore dell'emergenza abitativa al Campidoglio e oggi direttore del personale con la Polverini.
Alleati e simpatizzanti
A livello politico, il vero elemento di novità è l'effetto prodotto, nel Pdl, dal «fattore P». La new entry della Polverini, infatti, ha cambiato gli assetti interni. La governatrice ha stretto un'alleanza con gli «azzurri», e in particolare con Alfredo Pallone (vicecoordinatore regionale) e Antonio Tajani (commissario Ue): Pallone, in particolare, è stato il «regista occulto» del vertice tra la presidente e il segretario del Pdl Angelino Alfano dopo la querelle sul Piano casa col ministro Galan e le dimissioni, poi rientrate, della giunta regionale. In vista dei congressi romani e provinciali (quando ci saranno) è un'alleanza che pesa. Ora la Polverini punta sul Comune: tra i «simpatizzanti», con un dialogo aperto con la governatrice, c'è il consigliere Fabrizio Santori, da tempo in rotta con i vertici del Pdl romano.
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