
Le recenti considerazioni ed osservazioni espresse al Capo dello Stato ai giovani uditori giudiziari ed anche in interventi successivi sui temi delicati della giustizia, mi sembrano offrire alle forze politiche e a tutti gli operatori della giustizia, un possibile alto punto di mediazione. In particolare sulla questione spinosa e complessa dei rapporti tra politica e magistratura.
Nel richiamare l'opportunità di evitare, per quanto possibile, sterili, perniciose ed inopportune polemiche tra potere politico ed ordine giudiziario e nel ribadire il doveroso rispetto delle reciproche funzioni, senza intromissioni o interferenze, Egli sottolinea quanto sia essenziale che la magistratura non solo sia doverosamente scrupolosa ed imparziale, ma che venga anche percepita così dai cittadini e, pertanto, eviti interventi che prestino il fianco a simili critiche.
Ciò potrebbe contribuire a rafforzare la fiducia in essa e, associata a non rinviabili riforme in grado di incidere sulla efficienza ed equità del sistema, nel rispetto dei principi di eguaglianza di fronte alla legge, aiutare a svelenire il clima rissoso in auge oramai da troppi anni. Una dialettica può essere inevitabile ed anche feconda, una reciproca delegittimazione mina, invece, alle fondamenta la fiducia nelle Istituzioni.
Con tutto ciò che può derivarne, specie in un periodo così difficile in cui tanti sentono il peso di una crisi economica e del mercato del lavoro di cui non si riescono ad intravvedere segnali di ripresa. E quando si diffonde sempre di più una legittima avversione nei confronti dei privilegi delle corporazioni e delle caste e rispetto agli sprechi della politica e non solo. Protesta che si auspica rimanga entro i limiti di una critica civile e nonviolenta, non sfoci in un qualunquismo generalizzato e si accompagni a concrete proposte di cambiamento.
Ogni partito prima o poi (eccetto i Radicali, mi pare di poter affermare) è stato investito da indagini della magistratura che hanno riguardato il sistema di finanziamento e condotte di amministratori e dirigenti. Gridare al complotto quando si è bersaglio di certe indagini e la parte avversa strumentalizza con campagne di stampa gridate, non basta, anche perché lo fanno tutti.
Occorre agire, nel rispetto di un garantismo liberale che troppo spesso viene dimenticato, per un'etica della e nella politica a tutti i livelli.
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