
Il Renzi I, dopo la conferenza stampa di Enrico Letta, vacilla, oscurato dalla veemente reazione del premier. Ma il lavorio sotterraneo per costruire la squadra di un ipotetico esecutivo guidato da Matteo Renzi continua. E in Transatlantico impazza un totoministri ad alto tasso di alea, condito da veline, autocandidature e passaparola. Il risiko è in mano a Renzi e ai suoi collaboratori, da Lorenzo Guerini a Luca Lotti, fino a Graziano Delrio. E naturalmente a Dario Franceschini, tra i più attivi nel lavorare a una lista di nomi per la successione di Letta. I punti fermi sono pochi. E sicuro che sarà (se nascerà) un governo pieno di donne, con apporti esterni alla politica e un alto tasso di rinnovamento. Ma naturalmente dovrà fare i conti con gli alleati di governo. Decisivo sarà anche il posizionamento delle diverse correnti interne del Pd: se ci sarà o meno la collaborazione della minoranza e se si troverà una composizione con i lettiani.
Gli ultimi rumors danno una novità: Renzi vorrebbe fortemente l’economista Lucrezia Reichlin, tra i candidati al ruolo di vicegovernatore della Banca d’Inghilterra. In crescita la pattuglia femminile: Maria Elena Boschi (Riforme), Debora Serracchiani, Irene Tinagli, le lettiane Alessia Mosca e Paola De Micheli (nel caso di una ricomposizione con l’attuale premier), Federica Mogherini o Arturo Parisi (Difesa) e Marianna Madia (Lavoro). Un renziano vicino al segretario smentisce il trasloco di Graziano Delrio all’Interno. L’attuale titolare degli Affari regionali sarebbe uno dei pochi ministri a sopravvivere al nuovo esecutivo: con lui, la responsabile degli Esteri Emma Bonino, Andrea Orlando (Ambiente) e Dario Franceschini. Che qualcuno dà alla presidenza della Camera, al posto di Laura Boldrini, che diventerebbe ministro (ma in ambienti franceschiniani smentiscono). Per l’Economia, Lorenzo Bini Smaghi e per l’Industria Andrea Guerra, patron di Luxottica. Ma anche Piercado Padoan, 51 anni, presidente dell’Istat. Per il Lavoro circolano i nomi di Marianna Madia e Guglielmo Epifani. In corsa anche Tito Boeri. Ai Rapporti con il Parlamento, Roberto Giachetti.
Molti anche i nomi di personaggi estranei alla politica. Come il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, candidato all’Agricoltura e pasdaran del renzismo. Che ostenta modestia, per una volta: «Sono un imprenditore, non un politico». Difficile che diventi ministro lo scrittore Alessandro Baricco: al suo posto sono in corsa Gianni Cuperlo e Matteo Orfini. Smentisce la sua candidatura Pippo Civati, che ancora ieri lanciava stoccate a Renzi. Il Nuovo centrodestra di Alfano manterrebbe Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi. Per la Giustizia si parla di Michele Vietti e di Roberta Pinotti. Michele Emiliano, sindaco di Bari, indicato alle Infrastrutture, si mostra sorpreso: «Non ne so nulla». Ma il suo nome è tra i più probabili.
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