
26/10/10
Europa
La situazione del Pdl è quella che è, cioè di un partito non partito. Per questo sono interessata a un'alternativa seria. Dopo un colloquio a tu per tu con Gianfranco Fini, ieri Tiziana Maiolo era in pole position al Derby, il teatro in cui Futuro e Libertà ha fatto il suo debutto a Milano. Debutto in pompa magna: con il leader, molte prime file e una bella grana scoppiata - causa Futuristi nella maggioranza che sostiene (per il momento) il sindaco Letizia Moratti. «Sono qui perché mi è tornata la voglia di fare politica - ha detto - perché ho sentito finalmente qualcuno parlare dei diritti civili. Sono felice, prima mi sentivo come morta».
Con lei Fini strappa al Pdl una delle sue un tempo più fervide esponenti. Già assessore alle politiche sociali della giunta Albertini (che vorrebbe di Muovo sindaco) e poi assessore alle attività produttive della Moratti (con dimissioni anzitempo dovute a incompatibilità strutturali), Tiziana Maiolo approda a una nuova fase della sua articolata vita politica. Che parte (da testimone), come cronista del manifesto per arrivare (da protagonista) a Forza Italia. Passando per una lunga militanza antiproibizionista e radicale prima, e da Rifondazione comunista (come indipendente) poi. In sostanza, un bel pezzo dell'arco costituzionale. Giunta a Forza Italia nel 1994, Maiolo diventa presidente della commissione giustizia della camera.
Garantista d'acciaio fin da quando contribuì a fondare l'associazione Nessuno Tocchi Caino, nota per le sue infuocate polemiche sulla giustizia, nel tempo rimane femminista (con aggiornamenti), antiproibizionista, libertaria, ipergarantista. Ora, dopo una lunga stagione berlusconiana, entra nel gruppo di Gianranco Fini. Che, nel frattempo, sui diritti civili e sulla bioetica ha inaugurato a destra una nuova stagione. Ma che, a quanto si sa, rimane solidamente proibizionista e, più che garantista, fortissimamente legalitario. Per il momento, comunque Maiolo aderisce.
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