
19/11/09
Il Fatto Quotidiano
“L’Italia ha un retroterra cattolico ed è molto importante mantenere questa tradizione". Così ha risposto il Dalai Lama, leader spirituale tibetano, alla domanda se sia giusto togliere il crocifisso dalle scuole e dai luoghi pubblici. E ha aggiunto: "Quando visito i Paesi stranieri sottolineo sempre quanto sia importante per ognuno di essi mantenere le sue tradizioni". Nella sua giornata romana, il Dalai Lama ha avuto un incontro privato con il presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha manifestato "solidarietà e vicinanza alla sua persona e al popolo tibetano", e ha poi tenuto una relazione alla Camera nel quinto Congresso mondiale dei parlamentari Pro-Tibet, con 146 parlamentari italiani di tutti gli schieramenti - tra cui Matteo Mecacci (Radicali-Pd), presidente dell`Intergruppo parlamentare per il Tibet, Gianni Vernetti (Misto), Benedetto della Vedova (Pdl), Paola Binetti (Pd) - che hanno sottoscritto una lettera di benvenuto al leader tibetano. "In Cina si è detto che ero malato di cancro e che sarei presto morto, invece sono qui vi- vo e vegeto", ha poi scherzato in conferenza stampa Dalai Lama. Accompagnato da alcuni monaci e dalle autorità del governo tibetano in esilio, il premio Nobel per la Pace ha parlato soprattutto degli "effetti devastanti della propaganda di regime e della censura in Cina", invitando la comunità internazionale ma soprattutto gli stessi cinesi a visitare il Tibet "in libertà, senza spie" per vedere con i propri occhi come stanno le cose e rendersi conto che una società chiusa dove manca la libera informazione è "immorale e nociva".
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