
11/11/10
È vita (Avvenire)
Il diritto di cronaca consente molte cose, ma non tutte. Ad esempio, non dovrebbe mai permettere di considerare tempo perso attendere il pronunciamento dell’Agcom sul fatto che sia lecito o meno trasmettere in televisione lo spot radicale che sponsorizza l’eutanasia. Ma evidentemente al Tg3 qualcuno ha pensato così. All’interno di un servizio - del tutto unilaterale - sull’iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni, l’edizione serale di martedì ha proposto quasi integralmente lo spot che reclamizza un reato penale e uno sfregio alla vita umana. Che altro è per la coscienza di milioni di italiani la morte procurata di un malato terminale, per quanto consenziente? Che lo spot sia cliccabile su dozzine di siti web (lo era da mesi sul sito di Exit, peraltro) non rende la sua divulgazione in tv meno grave, considerata la diversità di uso e diffusione tra i due mezzi. Se nella redazione del Tg3 c’è chi si batte per l’eutanasia lo dica apertamente. Molto meglio che confezionare un semi-spot ipocrita.
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