
Pioggia di emendamenti sul biotestamento in discussione in commissione Affari sociali a Montecitorio. Ma è l´emendamento di Benedetto Della Vedova, del Pdl, a far esplodere lo scontro nel centrodestra. Della Vedova infatti ha presentato una modifica, sottoscritta da una cinquantina di deputati del Pdl, che in un solo articolo sostituisce il testo già approvato al Senato, quello che rende obbligatorie alimentazione e idratazione artificiali anche contro la volontà del malato o del suo testamento biologico (nel caso non fosse più in grado di intendere). L´emendamento Della Vedova introduce invece l´idea della "soft law": dice no all´eutanasia, ma anche no all´accanimento terapeutico, lasciando che a decidere siano i medici e i famigliari. Da marzo Gianfranco Fini non ha mancato di criticare la proposta di biotestamento del Senato, avvertendo del rischio di uno «Stato etico» e insistendo per una formulazione non dogmatica. Il radicale Della Vedova con alcuni liberal - finiani e non - del centrodestra traduce in concreto quell´esigenza. Racconta però che «nel week end è partita una caccia al firmatario da parte del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto con la richiesta di ritirare la firma». Motivazione? «Che si trattava di un´operazione finiana, dalla quale occorreva starsene fuori evitando la contrapposizione tra Fini e Berlusconi e che degli emendamenti erano già stati concordati con la gerarchia ecclesiastica, credo con monsignor Rino Fisichella». Della Vedova è furente: «È chiaro che qui c´è qualcuno che vuole giocare allo scasso, dando così ragione a chi pensa che siamo una caserma». Un attacco frontale a Cicchitto: «Vogliono bloccare ogni discussione riducendola ad uno scontro tra finiani e berlusconiani. Oltretutto stanno costringendo Berlusconi in una camicia di forza clericale, che non può che fargli danno».
In tutto sono 2.600 gli emendamenti presentati e 2.400 di questi sono dei Radicali, mentre 103 del Pd e 57 dei dipietristi. Vanno tutti nella direzione di bloccare l´accanimento terapeutico e quella cosiddetta "norma Englaro" con la quale Palazzo Madama tradusse il decreto del governo per impedire che si staccasse la spina a Eluana.
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