
24/02/11
Il Foglio
È incredibile quanto spazio i quotidiani, soprattutto i principali, dedichino ormai alla salute. Paginate e paginate, per lo più di stampo pubblicitario.
Evidentemente hanno i loro lettori, molti e attratti dal tema. Insieme alla pubblicità per i viaggi o per l'arredamento, è lo spazio "extragiornalistico" più ampio.
Assolutamente niente a che fare, per dirla tutta, con il tema della salvezza (dell'anima), che puoi intravedere ogni tanto, qua e là, solo indirettamente. Da laico, dovrei rallegrarmi, la separazione della medicina dalla religione, dalla superstizione e dalle pratiche magiche è una conquista recente (anche se il laico Benedetto Croce, quando necessario, sembra facesse ancora il suo bravo scongiuro toccando, da napoletano, un cornetto di corallo rosso). Invece mi sento un po' a disagio. Quando ero ragazzino, sui giornali apparivano solo piccoli box con la réclame di un liquore ferroso che restituiva le forze perdute o l'indirizzo di medici specialisti in malattie veneree (diffuse e temute, specie dai giovani frequentatori di casini). Come mai questo vistoso incremento? Gli uomini, oggi, stanno peggio in salute dei loro padri o nonni? Tutti ci garantiscono che non è così, e allora c'è qualcosa di inquietante, in queste pagine e nei loro lettori. Anche la tv dedica spazio alla salute. Ma a un livello molto basso, lì è solo sboccata reclame che non disdegna neanche gli assorbenti per signora, esibiti con compiacimento nel loro lindore, la loro freschezza, il loro profumo (le ragazze della mia generazione nascondevano, anche al loro uomo, quegli aggeggi intimi, anche i più sofisticati, come il rivoluzionario Tampax, "facile da usare"). Sui giornali è diverso, si propone un linguaggio scientifico e ci si occupa di temi importanti. D'altra parte, avverte un box, "italiani sempre più in rete, per informarsi sull'assistenza": se la richiesta è tanto ampia, si capisce la voglia di soddisfarla. E dunque, ecco "le risposte ai vostri dubbi sull'influenza" o i rimedi contro la stitichezza, un "classico disturbo dei tempi moderni" che può avere come conseguenze "stipsi, diarrea, colon irritabile e gonfiore, ma anche disturbi correlati quali emorroidi, pelle e capelli opachi, stanchezza, cattivo assorbimento di nutrimenti" (segue la pubblicità del prodotto farmaceutico ad hoc). Giri la pagina e vengono gli avvertimenti su come cucinare il pesce "per difendersi dal rischio parassiti", oppure - nella sezione "psicologia" - la lezione sui meccanismi della memoria. Un'altra pagina assorbe l'attenzione con l'inchiesta sulla "glicogenosi H", rarissima malattia della quale sono affetti, in Italia, duecento soggetti. Una Piccola Cronaca si occupa di pediatria o di epilessia ("come comportarsi in caso di crisi notturne?"), di oncologia o di radioterapia. Puoi informarti sui rimedi contro "il colpo della strega", sul come un epilettico possa ottenere la patente, su come partecipare a una sperimentazione ("voglio fare la cavia") o come liberarsi dei timori sul colesterolo, perché il colesterolo "buono" fa addirittura bene alla testa.
Infine ci si può imbattere nello hard, scorrendo le "istruzioni per l'uso" della menopausa e dell'andropausa o l'informazione sulla mancanza di erezione e su come rimediarvi, con annesso disegno sull'anatomia del pene (non in erezione) e degli organi genitali maschili. C'è poco da compiacerci per questa sovrapproduzione di ricettari salutisti, viene da pensare che siano espressione, più che di laicità di comportamenti, di una ricaduta nella magia e nelle superstizioni. Ci si getta avidamente su queste pagine soprattutto per spiare, inseguire, e magari liberarci di sintomi che ci stanno mettendo in angustie: Gli uomini cercano disperatamente, qua e là, di essere liberati da paure ataviche. In età pagana si appendevano ai templi piccole riproduzioni in terracotta dell'organo malato - una mammella, un fegato, un pene, una vagina - per la cui guarigione si invocava il dio. Poi arrivò il cristianesimo: Gesù aveva resuscitato Lazzaro e sanato il giovane epilettico, per ottenere il miracolo basta aver fede ("I discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: 'Perché noi non abbiamo potuto scacciare il demonio?'. Ed egli rispose: 'Per la vostra poca fede'). Nel Medioevo era diffusa la credenza nei poteri taumaturgici, specialmente sulla scrofolosi, dei re di Francia e d'Inghilterra, una credenza che perdurò fino al Settecento. Invece, quando Pasteur inoculò il siero di una vacca in un bambino affetto da vaiolo, la chiesa lo condannò. E purtroppo ancora oggi, se è severa con ogni superstizione, la chiesa è sospettosa verso la medicina: i medici sono spesso accusati di essere succubi del denaro e dell'affarismo, certe loro valide scoperte vengono impugnate con l'ausilio di una pseudoscienza, la bioetica. E che dire della tolleranza verso le cliniche private, anche cattoliche, che abusano della pratica del parto cesareo per puro spirito affaristico? Ma bisogna riconoscere che c'è anche il rovescio della medaglia, quando la laica scienza si trasforma in fideistico scientismo.
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