
La riduzione dei compensi di 2500 euro si decide venerdì
Fumata nera. Contrariamente alle previsioni, il Tavolo di concertazione convocato ieri in Consiglio regionale, preceduto da un vertice di maggioranza e poi da una riunione dei capigruppo, non si è tradotto in un alto passo avanti sul taglio dei costi della politica. La disamina è stata aggiornata a questo venerdì: dopo il tavolo dei governatori e dei presidenti dei Consigli regionali convocato domani a Roma.
A pesare, stando ai capigruppo, sarà questo appuntamento e più in generale un decreto del quale, ad oggi, non si conosce esattamente il contenuto: inutile procedere da soli, se non si conosce di quanto verrà abbassata l’asticella. Fondi dei gruppi, status dei consiglieri (cioè stipendio), gettoni e rimborsi chilometrici, ordinari e forfettari: tutto da capire. Un’occasione persa, secondo il Movimento 5 Stelle, che morde il freno e avrebbe voluto lanciare da subito un altro segnale concreto: almeno per quanto riguarda i forfait. «E’ vero che aspettiamo lumi sul decreto, ma su questo fronte ci si poteva muovere già oggi», taglia corto Davide Bono, capogruppo del Movimento Cinquestelle. Resta il giudizio negativo sul testo del Governo: «Così è scritto male. Bisognava garantire ad ogni Regione autonomia politica, cioè la possibilità di intervenire sui costi in base di realtà specifiche, non vincolarne a un provvedimento uguale per tutte».
Giudizio, quest’ultimo, nel quale si riconoscono gli esponenti degli altri partiti. Alcuni, come il capogruppo Pd Reschigna, particolarmente amareggiati per il clima da caccia alle streghe che dopo il caso del Lazio sta facendo di tutte le erbe un fascio.
Non a caso, tutti i capigruppo - da Carossa (Lega Nord) a Pedrale (Pdl), da Cerutti (Sel) a Stara (Insieme per Bresso) - rivendicano la volontà di procedere con la riduzione dei costi della politica entro quindici giorni: non appena si saprà qualcosa di più del decreto. «E non appena si avrà la parametrazione dei trattamenti e dei costi delle Regioni, necessaria per stabilire a quale bisognerà attenersi - precisa Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio regionale -. Non appena questo avverrà, faremo un ragionamento unico e regoleremo questa partita con una legge ad hoc». I Radicali, da parte loro, chiedono che domani (ndr: oggi per chi legge) il Consiglio istituisca la famosa Anagrafe degli eletti e dei nominati: gli assessorati sono invitati a pubblicare i beneficiari degli affidamenti diretti.
Cota, che ieri ha partecipato alla capigruppo, è soddisfatto: «I capigruppo sono consapevoli che occorra una risposta, indipendentemente dal decreto del governo, peraltro non ancora pubblicato». Nel governatore resta la consapevolezza «che è in atto un attacco politico contro Regioni ed enti locali, e che in Piemonte serva una risposta chiara: «Il federalismo non c’entra nulla con i costi della politica, da razionalizzare a tutti i livelli. Anzi: con l’Euroregione del Nord è la strada per farlo ancora meglio».
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