
02/12/10
la Repubblica
Monicelli ha compiuto un gesto vitale, quasi festoso. Negli ultimi anni si era politicizzato, a tempo pieno, come uno studente, ma più coraggioso. Con il suo suicidio ha voluto dirci che in Italia l’eutanasia è proibita anche per chi, a 95 anni, scheletrico, con un tumore terminale, senza più forze, si è stufato e vuole chiudere. Cosi lui si è buttato dal quinto piano per (di)mostrare" spettacolarmente" a tutti noi la sua decisione di un’eutanasia laica. Mi domando se aveva visto "Vieni via con me" con Englaro e la Welby. La brutalità del suo gesto, la sua scontrosità, il sangue e la materia cerebrale sull’asfalto, sono tra le cose che mi sono mancate di più nel programma sull’eutanasia di Fazio e Saviano, scrittore e uomo che ammiro moltissimo.
Voglio ricordare insieme la sua modestia e la sua cattiveria. Un giorno lo presentai a Mark Peploe. «Mark, lui è il grande Monicelli». Lui mi rispose: «Attento Bernardo, queste sono parole che diminuiscono».
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati