
Una soluzione per due. Il protocollo - recentemente sottoscritto tra imprese e sistema bancario per ridurre i danni potenziali dell'applicazione dei tempi di Basilea 2 sugli sconfinamenti bancari - rappresenta una soluzione valida per entrambe le parti. Per una volta, banche e imprese, più spesso contrapposte da interessi divergenti, puntano allo stesso obiettivo. Le conseguenze dello spostamento di tutti gli sconfinamenti da 180 a 90 giorni allargherebbe infatti il numero dei crediti a rischio, con pesanti conseguenze per tutti. Le imprese rischierebbero con maggiore frequenza l'iscrizione in Centrale rischi e il taglio delle linee di credito; le banche - aumentando il numero dei crediti a rischio - sarebbero costrette a ricapitalizzare per essere adeguate ai requisiti di patrimonializzazione - sempre più stringenti - richiesti dall'Europa. Come rimediare? La strada condivisa nel protocollo si concretizzerà con una maggiore informazione (occhio a non superare i 90 giorni...) e a un'analisi di strumenti alternativi (altri crediti per ripagare quelli scaduti). Oltre che, naturalmente, a una conoscenza approfondita della norma. Questa prevede infatti che per le banche con sistema di rating interno e portafogli retail, lo sconfinamento resti a 18o giorni. Insomma, segnali di buona volontà che non vanno sottovalutati.
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