
Ci ha messo poco più di 24 ore, Nicola Zingaretti, per smettere i panni dell´esploratore. E presentarsi da Pier Luigi Bersani a riferire l´esito della "missione impossibile" che gli era stata affidata ieri pomeriggio: trovare un nome, agganciare l´Udc. L´inquilino di Palazzo Valentini torna alla base con un nulla di fatto: «Purtroppo ancora non esistono le condizioni - spiega - per una candidatura che coinvolga tutte le forze di una coalizione così larga». Suggerisce al partito di concentrarsi su due ipotesi: «O una forte candidatura nazionale, da cui ripartire, o la verifica di un possibile sostegno a Emma Bonino». Poi si chiama fuori, per l´ultima volta: «Si tratta di fare scelte politiche che dovranno assumere gli organismi dirigenti». I suoi chiosano: si è illuso, sempre, chi ha sperato che Zingaretti giocasse in proprio, mettendo a rischio l´unica istituzione del Lazio guidata dal centrosinistra. Punto, a capo.
La palla ora torna a Bersani: sarà il segretario Pd in grado di offrire a Lorenzo Cesa, nello spazio di poche ore, un nome di peso nazionale (il più plausibile è quello di Enrico Letta) che renda l´allargamento della coalizione un obiettivo ancora credibile? Perché finora, altri candidati disposti a prendere in mano il cerino acceso di una sfida sempre più in salita non si sono trovati. E così, ieri, le consultazioni di Zingaretti hanno ruotato tutte attorno all´unico nome già in campo: appunto quello di Emma Bonino. Mentre però, da parte del centrodestra, la leader radicale veniva sommersa da una pioggia di apprezzamenti (da Cicchitto a Storace l´invito più ripetuto è stato a «non sottovalutarla»), il centrosinistra si è diviso. Accanto a un consenso ampio, e non scontato, che vede Maria Pia Garavaglia pro-Bonino in un´inedita alleanza con Paola Concia e Luigi Nieri («una candidatura autorevole»), non manca chi, come il cattolico Enzo Carra, è lapidario: «La Bonino è buona per perdere». O addirittura chi, come Claudio Moscardelli, la definisce «improponibile». Più cauto Lucio D´Ubaldo, che ammonisce: «Si vince sempre al centro, vale anche per la Bonino». Mentre Claudio Mancini, pur giudicando quella della leader radicale una candidatura forte, spiega che «andrebbe sottoposta al percorso delle primarie».
Oggi sarà una giornata di riunioni: Mazzoli vedrà Bersani, poi alle 16 ci sarà l´ufficio politico del Pd Lazio, a cui parteciperà anche Zingaretti. Nelle stesse ore l´Udc avrebbe dovuto ufficializzare la sua decisione, data in favore di Renata Polverini per un 95%. Invece un incontro per fare il punto ci sarà, ma sulla scelta appare ormai certo un rinvio. Anche se ieri, parlando ai tg, Casini non aveva avuto incertezze: «Se la scelta è tra Bonino e Polverini, noi siamo per la seconda».
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