
Il paesaggio è fra i più disordinati del mondo. Esempio: Zaia ha fatto con successo campagna elettorale per due anni come ministro e aveva contro l’uomo meno affabile d’Europa, Bortolussi. Ma anche il candidato politicamente più infido. Il giorno dopo ha dichiarato: "Il risultato elettorale apre interessanti prospettive di dialogo con il Pdl".
Esempio: Mercedes Bresso ha perduto i voti dei No Tav ovvero si è adattata a una serie di errori, simili a quelli che hanno portato una rivolta del Dal Molin di Vicenza. Esempio: Emma Bonino ha fatto la miglior campagna elettorale possibile. Ma vorrete concedere al Vaticano, che ce l’ha messa tutta, il potere di rubare uno zero qualcosa di voti dopo avere gridato per settimane "vade retro Satana"?
Non ci crederete ma un tassista di Roma, il giorno dopo il voto, ha raccontato ai suoi passeggeri americani (che conoscono ben l’italiano e chiedevano notizie): "Lo sapete che quella (la Bonino) voleva
dare ai bambini l’hashish gratis nelle scuole"? Poi c’è la prevedibile caduta di De Luca in Campania. E la prevedibile vittoria di Vendola in Puglia.
Prevedibile? Certo. D’Alema, che si era opposto con tutte le forze a Vendola, non ne sbaglia una. Diremo e ripeteremo che non ha vinto Berlusconi. Ha vinto Bossi. E fra poco, non solo nelle regioni conquistate o riconquistate ma in Parlamento, vedremo le conseguenze, più grandi di quanto potremmo predire oggi. Ma le vere lezioni sono due. La prima: la destra può vincere anche senza una lista, basta che, indisturbato, Berlusconi occupi tutti i telegiornali. E la sinistra senza un partito non può vincere.
Ps: è il momento per ricordare due vittorie del Pd poco notate ma sensazionali. A Lecco Brivio ha vinto contro il leghista ante marcia Castelli; a Venezia Orsoni ha stravinto contro il vanesio Brunetta, che voleva governare ministero e Venezia. Due strisce di luce sotto la porta chiusa.
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