
«Un evento epocale come quando Giovanni Paolo II andò nella valle dei Templi ad Agrigento lanciando il suo grido contro la mafia». Così il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini descrive le aspettative dell’isola per la visita di Papa Francesco. «Cosa ci aspettiamo? - continua - Che cambi il modo di percepire il fenomeno migratorio, sul carico che esso porta con sé e sulle ripercussioni che esso ha ed ha avuto su Lampedusa». Secondo il sindaco, le stragi nel Canale di Sicilia sono anche frutto dileggi «che non raggiungono gli effetti che volevano raggiungere»: «È necessario cambiarle, noi abbiamo una lunga storia di accoglienza, ci siamo sostituiti a chi aveva abbandonato i tunisini per strada». Ma non c’è da attendersi un discorso «politico» da parte del Pontefice, come ha sottolineato il portavoce Padre Lombardi: «Con questo viaggio il Papa vuole sottolineare la sua attenzione al dramma delle migrazioni, dei rifugiati, di tutti i problemi che ci sono nel mondo e causano queste grandi sofferenze, ma non è che voglia fare qualche dichiarazione precisa dal punto di vista politico».
«Il Papa ha sempre seguito con grande attenzione quanto accadeva a Lampedusa. Poi è arrivata la sorpresa della sua visita inattesa, decisa in pochissimi giorni» ha detto in conferenza stampa l’arcivescovo di Agrigento monsignor Francesco Montenegro, unica autorità ecclesiastica che parteciperà alla visita. «Cosa significa per la Chiesa? - si chiede - Se un pastore si muove e viene a trovarci, senz’altro questa è l’attenzione del pasto re verso le sue pecorelle, soprattutto per quella pecorella che è ultima, come Lampedusa». E ha ribadito, ancora una volta, di augurarsi che «dopo la visita del Santo Padre a Lampedusa non si usi più la parola "emergenza" per parlare di immigrazione. Se il Papa sta venendo qui è perché prende atto che c’è una storia che inizia da lontano. È una storia che dobbiamo accettare anche come nostra. Se si vuole cambiare il mondo, bisogna ripartire dagli ultimi e noi che siamo gli ultimi della fila dimostriamo che si può lanciare un messaggio a tutti quanti». Il viaggio del Pontefice è stato ben accolto anche da parte di esponenti laici come Pannella: «Bisognerebbe mandare una tessera d’onore (del partito radicale, ndr) a Papa Francesco, per la sua scelta di andare a Lampedusa». Anche se non sfugge il tono strumentale della dichiarazione, è la dimostrazione che su certi temi il dialogo è possibile.
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