
29/11/10
Corriere della Sera
C’è un Paese il cui ministro della Cultura, anziché rispondere, querela i giornali che pubblicano notizie imbarazzanti su patetici trattamenti di favore a vantaggio di amiche ed amici. Dunque, per evitare disavventure giudiziarie, non si farà il nome di quel Paese, nemmeno del ministro, delle persone che hanno beneficiato di un trattamento di favore, dei parlamentari e ministri che hanno promosso e assistito alla ridicola scena del Grande Beneficio. Domandandoci, increduli e storditi, come facciano certi esponenti del governo di un Paese che si dice appartenga all’Occidente a minacciare querele anziché chiedere eventualmente scusa ai concittadini.
Dunque in quel Paese, e precisamente in una splendida città famosa in tutto il mondo per la sua particolare collocazione sull’acqua, ogni anno viene celebrato uno dei più noti festival del cinema. Bene, a latere di quel festival (a latere, non dentro) un’associazione in cui sono presenti parlamentari della maggioranza provvisoriamente in carica in quel Paese decide di gratificare un film che ancora non ha visto nessuno, inventandosi ex novo, all’insaputa degli organizzatori del vero festival, un premio di cui nessuno sa nulla. La regista, nativa di un Paese dell’ex blocco comunista, donna di solida bravura e anche, in modo del tutto incidentale, di aspetto molto avvenente, arriva nel Paese assieme a un gruppo di collaboratori, occupando alberghi di lusso della nota città lagunare per la modica cifra di 400 mila euro. Il governo del Paese di cui la regista è cittadina smentisce di aver pagato un euro. Ma anche il ministero del Paese ospitante nega di aver sostenuto le spese di ospitalità e infatti la regista premiata asserisce di essere stata lei medesima ad aver pagato la cospicua cifra di soggiorno.
In ogni caso, il premio viene comunque assegnato con il patrocinio del ministero del Paese ospitante. Alla cerimonia del premio che, per la coincidenza temporale dei due eventi, sembra far parte del famoso festival, il ministro (quello che poi querelerà) non sarà fisicamente presente. Ma saranno presenti in sua vece parlamentari premianti, ministri ed ex governatori della Regione di cui la meravigliosa città sull’acqua è capoluogo, tutti appartenenti alla maggioranza e al governo il cui leader e premier sembra legato da una sincera e disinteressata amicizia con la regista di eccellenti qualità artistiche e anche, incidentalmente, di eccellenti qualità estetiche. Dunque un finto premio per un film ancora non ultimato e non visto da nessuno alla presenza di vere autorità politiche. Come questa patetica, grottesca storia sortisca solo una querela invece che un briciolo, solo una parvenza, di vergogna per un Paese che vorrebbe apparire europeo e moderno, è un mistero che potrà essere sciolto da storici, psicologi e narratori. Peccato: un premio finto per una storiaccia vera. In Italia non succederebbe mai. O no?
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