
«Il centrodestra può anche fare di tutto per nascondere la realtà del Paese, ma non ce la farà a invertire una tendenza che ormai si fa sempre più chiara». Pier Luigi Bersani critica il regolamento sulla par condicio partorito dalla commissione di Vigilanza Rai: «Bisogna ristabilire un minimo di decenza». Ma è convinto che nonostante furbizie e censure, le regionali riserveranno più di una delusione a Berlusconi. «Alle regionali gli italiani hanno l`occasione per dire al governo
che così non va», dice. E i sondaggi riservati mostrati ieri ai vertici del Pd da Nando Pagnoncelli sembrano confermare questa sua convinzione.
SONDAGGI POSITIVI
Oltre alle cinque regioni date per praticamente certe (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Basilicata e Marche), il Pd è in crescita nel Lazio e in Campania, con Emma Bonino e Vincenzo
De Luca che sono avanti nei consensi rispetto a Renata Polverini e Stefano Caldoro. Certo, in entrambe le regioni la coalizione di centrosinistra è dietro, seppur non di molto, quella di centrodestra. Ma per quanto riguarda il Lazio, si scommette sul fatto che con l`avvio della campagna elettorale di Emma Bonino, oggi al teatro Vascello con anche Nicola Zingaretti,
oltre ai consensi personali aumenteranno anche quelli per i partiti che la sostengono. E, per quanto riguarda la Campania, ancora non è scontato che l`Udc corra col Pdl: «Caserta - dice Nicola Cosentino circa le mire dei centristi alla presidenza di quella Provincia - è un fatto locale e
non può incidere sulle alleanze elettorali che riguardano la presidenza della Campania».
Il Pd registra, così come Bersani registra che i sondaggi appena arrivati al Nazareno danno il suo fronte avanti anche in Liguria, dove Claudio Burlando può contare su una coalizione che va da Rifondazione all`Udc, e in Puglia, dove i centristi vanno da soli con Adriana Poli Bortone e di fatto facilitano la corsa di Nichi Vendola.
BERSANI CHIEDE Al SUOI COMBATTIVITA'
Un quadro che fa dire a Bersani: «Adesso è il momento della combattività e dell`ottimismo». Un messaggio rivolto soprattutto ai suoi. Che il leader del Pd lancia nel giorno in cui Dario
Franceschini dice tra l`altro due cose (oltre che «con i dati delle europee avremmo vinto sette regioni», contrariamente a quel che dice Bersani, che ha più volte difeso la politica della alleanze sostenendo che il Pd da solo, stando al risultato delle europee, «vincerebbe in tre sole regioni»).
E cioè che non avrebbe scelto la Bonino nel Lazio («Io avrei fatto una scelta diversa», fa sapere il capogruppo del Pd alla Camera) e che rispetto all`Udc si debbono mettere dei paletti: «Si possono fare accordi caso per caso, ma seguire la strategia di Casini e dichiarare chiusa la stagione della
chiarezza delle alleanze sarebbe inaccettabile». Bersani, ai giornalisti che lo incontrano al Nazareno, ribadisce che per lui la Bonino è «una fuoriclasse» e l`importanza di lavorare per «accorciare le distanze» con tutti gli altri partiti di opposizione per rendere il centrosinistra «competitivo» alle regionali: «Dal congresso in poi ho sempre detto la stessa cosa: sì al bipolarismo, no al bipartitismo. I paletti me li metto io, non ci sono dubbi sulla posizione lineare del Pd e non credo sia il caso di sollecitare dubbi».
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