
L’accelerazione politica ha innescato un vortice, sul piano delle idee come su quello organizzativo. Il prossimo passaggio verso la «cosa» rutelliana sarà un appello per l’Italia dai contenuti impegnativi, firmato da protagonisti della vita imprenditoriale, culturale e politica. E se davvero, prima o poi, Rutelli e suoi compagni di strada avessero bisogno di una casa, di una cassa e, ovviamente, di un nome? Come dice Gianni Vernetti, «una sede si trova in cinque minuti». Quanto al logo, non ci saranno asinelli né margherite. Rutelli ha in mente un soggetto del tutto nuovo «e non certo una Margherita 2, la vendetta», ci scherza su Riccardo Villari.
Però il nome del vecchio partito è cosa (anche) di Rutelli, così come «sua», tra virgolette, è la sede al Nazareno. Ora vi abita il Pd, ma il contratto di affitto, che scadrà fra quasi tre lustri, è intestato alla Margherita: un soggetto giuridico vivo e vegeto, del quale Rutelli è tutt’ora presidente. A Sant’Andrea delle Fratte l’ex sindaco ha un piccolo ufficio e una stanza per la segretaria. I locali del terzo piano, dove si racconta di un «Pd che non paga l’affitto», sono utilizzati dalla Margherita, che ha 40 dipendenti a libro paga. I soldi del finanziamento pubblico entreranno fino al 2011 e andranno ad aggiungersi a un avanzo di qualche milione salvaguardato dalla oculata gestione di Luigi Lusi. Il quale ha più volte raccontato che la Margherita, da due anni, anticipa al Pd i soldi per l’affitto, le bollette e quant’altro. E se un giorno Rutelli chiedesse di sbloccare parte dei fondi? È difficile, ma non impossibile: a norma di statuto ogni decisione deve essere approvata dall’Assemblea federale della Margherita.
Un nuovo partito, se mai sarà, ha anche bisogno di un giornale. Europa, che appartiene a una società editoriale di cui la Margherita possiede l’88 per cento delle quote, non seguirà il destino di Rutelli. Almeno nelle dichiarate intenzioni del direttore Stefano Menichini, il quale guarda al progetto «con rispetto», ma assicura che il quotidiano «resterà di area Pd». In compenso l’ex vicepremier può contare su una solida rete di think tank: la sua Fondazione per uno sviluppo sostenibile, il Centro di formazione politica di Milano creato con Cacciari, il Laboratorio per la Polis di Alberto Gambino, il network di Margot e, se deciderà di aderire, la fondazione Glocus di Linda Lanzillotta. Nello staff, il portavoce di sempre Michele Anzaldi, l’ufficio stampa Filippo Sensi, la segretaria «storica» Carla Bongini e Arcangelo Sinioli. Arruolati anche Pino Bicchielli, l’editor del libro «La Svolta» Giuliano Da Empoli, il presidente del Corecom Lazio Francesco Soro e Fazio Bianco, nipote di Gerardo. Luciano Nobili, già coordinatore dei giovani della Margherita, è al lavoro per reclutare via Facebook ragazzi da tutta Italia.
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