
Due veneti, un pisano, una «cernobbina» e una portoghese. Marziani a Roma, praticamente, e non solo perché poliglotti e ferratissimi sui temi internazionali: nessuno finora li ha avvistati su un'auto blu, in un salotto, in un ristorante per fichetti. Al massimo un panino in qualche bar intorno a Palazzo Chigi, in pieno rispetto del Mario Monti style. Infatti Silvia Colombo, Betti Olivi, Amelia Torres, Stefano Grassi e Federico Silvio Toniato sono i cinque fedelissimi della squadra ristretta del premier.
Colombo, capelli rossi, grandi doti manageriali (era senior consultant chez Ambrosetti: seguiva il Forum di Cernobbio), da gennaio regge con piglio asburgico la segreteria particolare del professore. Torres, già portavoce di Monti alla Ue, nata in Portogallo ma cresciuta in Francia (e poi sposata a un inglese), è l'artefice dell'exploit montiano sulla stampa estera, mentre Olivi, da Treviso, già a Bruxelles con Monti, da novembre sovrintende con sobrietà alla comunicazione in Italia. Grassi, ricercatore in politica e diritto internazionale alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, funzionario della Commissione europea (aveva già lavorato col prof al libro bianco sulla concorrenza), è l'uomo dossier internazionali; sui temi italiani la palla va al vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Toniato, 36 anni, da Onara (Pd): è lui l'ufficiale di collegamento coi ministri e coi capi di partito. Lo stimano il Vaticano ma anche Emma Bonino e Nichi Vendola. Però non è amato dai giornalisti: sguardo basso e passo veloce, non ha mai sganciato una dichiarazione.
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