
La 'conta' potrebbe essere già domani. Le astensioni alla Camera sul rendiconto di bilancio potrebbero dare la misura della forza degli 'scontenti' nella maggioranza. E dimostrare che il governo così non può più andare avanti. Ieri, a sorpresa, il Pdl ha perso un altro deputato: Gabriella Carlucci, ex presentatrice delle tv berlusconiane, passa al partito di Pier Ferdinando Casini. L'esecutivo è sotto la maggioranza assoluta alla Camera: a 314, sotto di due voti rispetto alla soglia dei 316 che Berlusconi (prima, a dire il vero, dell'annuncio di Carlucci ostenta con le persone con cui parla.
Certezze però al momento non ne ha nessuno, neanche lui. Tanto che anche i suoi fedelissimi confessano timori. «Almeno 15 deputati non si sa cosa faranno», dice un esponente di punta del Pdl. E anche se non ci saranno altri cambi di casacca nelle prossime 48 ore, nel caso in cui le opposizioni compatte, insieme agli 'scontenti' di Pdl e Pt, decidano di astenersi sul rendiconto di bilancio, i 'sì' potrebbero scivolare a 'quota 300'. Mentre nel peggiore degli scenari possibili, si calcola, se tutti gli indecisi votassero 'no', la maggioranza si troverebbe in svantaggio di una ventina di voti. Ma il barometro delle previsioni oscilla paurosamente in queste ore. Perché molti deputati Pdl non hanno ancora sciolto la loro riserva.
Nell'Udc si stima che sul rendiconto il governo prenderà tra i 307 e i 310 voti. Ben al di sotto, comunque, della soglia della tranquillità per Berlusconi. Dopo potrebbe aprirsi (ma solo se l'opposizione sarà certa di avere i numeri) la via di una mozione di sfiducia. Per scongiurare questi scenari, il premier vedrà molti 'scontenti'. Ma intanto anche Casini, confermano due di loro, li sta contattando personalmente. Le opposizioni decideranno con oggi se astenersi in blocco (inclusi i Radicali). Con loro si asterrebbero anche quattro firmatari della lettera al premier (Gava, Destro, Antonione e Pittelli, ma non Stracquadanio e Bertolini). Di sicuro Sardelli e forse Milo e Gianni. E poi altri pidiellini: si parla tra gli altri di Cazzola, Stradella, Mazzucca, Pianetta. Intanto, mentre Beppe Pisanu invita Berlusconi a «contribuire alla nascita di un governo di unità nazionale», Claudio Scajola invece afferma: «Non farò mancare la fiducia al governo Berlusconi». Ma serpeggia il timore che qualcuno dei suoi martedì possa optare per l'astensione in Aula.
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