
Il pressing dei radicali, da ieri alcuni esponenti hanno iniziato lo sciopero della fame sulla giunta Cota per chiedere la nomina del garante dei detenuti, trova una sponda politica nei gruppi di opposizione in Consiglio regionale. Aldo Reschigna, presidente dei consiglieri del Pd, sottolinea la «priorità di questa nomina, decisione che deve essere presa dall'inizio della legislatura» e per renderla possibile lancia anche una proposta: «Viste le condizioni in cui versano le casse regionali siamo disponibili a riconsiderare il sistema dei costi e dei compensi delle figure di garanzia».
Secondo Reschigna, infatti, «la situazione delle carceri, ormai giunta a un livello che sembra preludere a un imminente collasso, l'altissimo numero di suicidi verificatisi nell'ultimo anno tra i detenuti e le inaccettabili condizioni cui sono sottoposti per il sovraffollamento, rende ormai non più procrastinabile la nomina del garante da parte della Regione».
Una proposta condivisa anche da Monica Cerutti, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, che però attacca la maggioranza di centrodestra del consiglio regionale che «ha colpevolmente derubricato la questione della nomina dei tre garanti regionali a mero costo della politica». Ed Eleonora Artesio della Federazione della Sinistra è ancora più critica: «Non si tratta solo di un colpevole ritardo, ma della volontà di abrogare questa funzione e la legge che la prevede, come annunciato dal Pdl che ha depositato una proposta di cancellazione dei garanti, in nome della riduzione dei costi della politica».
Pd e Sel chiedono anche alla giunta di istituire le figure dei garanti dell'infanzia e degli animali. Secondo Reschigna «si potrebbero trovare anche soluzioni diverse, come affidare alla Consulta femminile regionale (che per altro ne ha fatta esplicita richiesta) i compiti attribuiti al garante per l'infanzia, o ricomprendere quelli del garante degli animali tra i compiti del difensore civico regionale».
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