
Nelle professioni si liberalizza, facendo però attenzione a non cadere in misure-manifesto inapplicabili. Rispetto a quanto prevedevano le prime bozze del decreto legge, la versione approvata dal Consiglio dei ministri di venerdì recepisce l'impostazione del ministro della Giustizia, Paola Severino. Niente più tariffe per definire le parcelle, ma la loro cancellazione non lascerà il giudice senza parametri quando deve decidere il compenso in caso di contenzioso tra professionista e cliente. Il tirocinio potrà essere svolto in università, per sei mesi, in accordo tra atenei e Ordini: un modo per garantire l'iscrizione al Registro dei praticanti, che resta un presupposto, formale, ma essenziale. Il confronto nel merito che in questi giorni si è registrato nel Governo lascia ben sperare che le misure indirizzate alle professioni non siano solo ideologiche. La prossima tappa è l'attuazione, peri singoli ordinamenti professionali, dei principi contenuti nel Dl 138/2011: dalla pubblicità anche comparativa alla riforma della procedura disciplinare. Infine, se si crede nelle possibilità competitive collegate all'esercizio associato della professione è necessario disciplinare le società. Occorrono regole che effettivamente siano utili ai professionisti e ai clienti. Ne va dell'innovazione nel mercato professionale.
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