
Fino a quando il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, non deciderà di presentare la manovra correttiva estiva, Roma non avrà il suo bilancio. La macchina amministrativa della Capitale è quindi subordinata alle decisioni dell’inquilino di via Venti Settembre. La cosa sarebbe già abbastanza grave
per la vita della città, senonché le brutte notizie della gestione Alemanno non finiscono qua. Secondo il Pd, infatti, i primi due anni al Campidoglio dell’ex An hanno allargato ulteriormente il buco di bilancio (in partenza di circa 9 miliardi di euro) di altri tre miliardi. E non è un caso che il primo cittadino abbia annunciato un ritocco delle tariffe per questo e gli anni prossimi. Il tutto mentre il calo di consensi per il centrodestra è verticale, come dimostrato dai risultati delle ultime elezioni regionali, in cui la Bonino ha stravinto in città. In poche parole, un disastro.
Quello che è più grave è la mancata presentazione del bilancio preventivo per il 2010. Avrebbe dovuto essere approvato a gennaio, arriverà solo in estate. Il tutto perché, come spiegato dallo stesso Alemanno, non può prescindere dalla manovra correttiva che Tremonti si appresta a varare a giugno. Lì infatti dovrebbero essere recuperati quei 500 milioni che servono a pagare il piano di rientro dal debito. Il debito, appunto. Mentre il sindaco dice di aver migliorato lo stato delle casse comunali, la Bonino e 15 senatori del Pd sostengono qualcosa di diverso. In un’interpellanza al presidente Berlusconi, stimano in tre miliardi l’ulteriore deficit maturato nella gestione Alemanno.
Una bella somma, a cui non corrisponde un miglioramento nella qualità dei servizi offerti dall’amministrazione. A partire dalle strade, piene di buche, come denunciato da uno che certamente non è un fazioso di sinistra come il post-fascista Storace. Sta di fatto, che ai romani spetterà ancora una volta metter mano al portafogli. È lo stesso Alemanno a preannunciare un aumento delle tasse, che nel lessico del sindaco diventa un più rassicurante «rimodulazione delle tariffe». In ogni caso, capriole linguistiche a parte, il risultato non cambia per le tasche dei cittadini capitolini. Sono destinati ad aumentare i biglietti per l’autobus, l’Ici sulla seconda casa, così come la tassa sull’occupazione del suolo pubblico. Non aumenta la Tia, la tassa sui rifiuti, ma solamente perché l’eliminazione del 10 per cento di Iva sancita dalla Corte costituzionale è stata già compensata con un rincaro del servizio da parte dell’Ama. Insomma, l’aumento c’è già stato.
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