
Gentile Galimberti,
è dal 7 maggio che sto pensando sulla sua insospettata posizione etica sulla droga (Il Sole-24 Ore del 7 maggio 2014). Non sarà, per caso, anche dalla parte del «nessuno tocchi Caino»? Sulla liberalizzazione o legalizzazione della droga sono stato sempre contrario. E ciò perché è sempre prevalsa in me l’opinione favorevole alla giustezza della guerra, senza se e senza ma, non solo alla droga ma anche a tutti gli altri mali che ancora affliggono l’umanità (a cominciare dalle insulse guerre volte ad alimentare i soprusi sui più deboli). Questa mia convinzione parte dalla constatazione e quindi dalla validità del principio - che alla lunga a vincere è sempre il "bene" (da Malthus ad oggi - ma anche dalla mia fanciullezza ad oggi - aldilà di certi arcipelaghi che permangono e di certi valori persi, il progresso che c’è stato è innegabile)
Fernando Santantonio
Caro Santantonio,
coloro che difendono la legalizzazione della droga sono spesso accusati di resa: di un arrendersi, cioè, nella lotta alla droga, dando la partita vinta a questo flagello dell’umanità. Ma questa è una lettura sbagliata della mia posizione e di quella di tanti altri. Così come la diplomazia è là guerra proseguita con altri mezzi, la legalizzazione della droga è la lotta proseguita con altri mezzi. Mi spiego.
Oggi abbiamo due problemi: il consumo della droga, con il suo triste codazzo di assuefazioni, sofferenze e morti; e l’immenso apparato criminale che sostiene produzione, traffico e spaccio di droga. E se vogliamo, abbiamo un terzo Problema: lo spiegamento di ingenti risorse, da parte degli Stati, per contrastare il primo e il secondo problema. Spendere soldi per la riabilitazione dei drogati (per non parlare del costo di opportunità, cioè del prodotto perso a causa del fatto che i drogati non producono o producono al di sotto del loro potenziale); e soprattutto, spendere soldi per contrastare l’apparato criminale di cui sopra. Legalizzando la droga non avremmo più il secondo problema - quello dell’apparato criminale - e risparmieremmo soldi nel contrasto a detto apparato. Soldi che a questo punto potrebbero essere spesi per campagne di prevenzione e di cura nel consumo di droga, anche nel caso - che tuttavia è tutto da dimostrare - che la legalizzazione porti a un innalzamento permanente di detto consumo.
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