
03/12/10
il Venerdì (la Repubblica)
Il ritorno degli studenti alla protesta e soprattutto il modo creativo, l’occupazione dei monumenti, la scalata ai tetti o l’irruzione pacifica al Senato, fanno sperare che stia finalmente crescendo in Italia una generazione capace di mandare a casa una classe dirigente imbarazzante. Non si tratta soltanto di Berlusconi e del suo governo ormai fantasma, ma di una stagione intera e di un costume politico diffuso a destra e a sinistra, fondato sul delirio narcisistico dei cosiddetti leader, il populismo, la cialtroneria, la litigiosità, insomma la tv spazzatura tradotta in pensiero unico. Un degrado che riguarda un po’ tutti, più i berluscones certo, ma anche gli antiberlusconiani dell’ultima ora.
Leggo per esempio che gli ultimi bersagli dei «vaffa» di Beppe Grillo sono nell’ordine Roberto Saviano, Nichi Vendola e l’avvocato Giuliano Pisapia, vincitore delle primarie milanesi. Le ragioni, per così dire, sono piuttosto confuse. Ma più che la politica, in questi casi, come ha fatto notare Massimo Bordin di Radio Radicale, conta il più animale degli istinti capitalistici: la concorrenza. Grillo è titolare di una ricca azienda dove si vende indignazione a 19 euro più spese di spedizione e se un altro gli apre una filiale accanto s’infuria, minaccia di mandargli la Finanza, lo dipinge ai clienti come un truffatore.
Il guaio è che tutta la vita pubblica italiana è governata da questa mentalità da bottegai. Le riunioni di condominio televisive sono ormai luoghi di rissa permanente fra vicini. I veri scontri non sono fra destra e sinistra, ma fra finiani e berluscones, perfino carfagne e mussoline, oppure fra anime del Pd o ancora cespuglietti della sinistra. Il problema di un’alleanza di centrosinistra, per dire, non sarà mettere d’accordo cattolici ed estrema sinistra, ma far digerire Vendola ai compagni di Rifondazione e viceversa. Il grandioso obiettivo di tanto dibattito è di sfornare alle elezioni un’altra ventina di partiti personali, un’altra raffica di simboli con i nomi di venti mezze calze cui il popolo, Dio solo sa perché, dovrebbe delegare la speranza di un’Italia migliore.
Per questo si allarga il cuore quando gli studenti usano i politici, facendoli salire sul tetto delle facoltà, invece di farsi usare. È la stessa rivoluzione copernicana di Vieni via con me e anche una delle ragioni del successo. S’accende la speranza quando i ragazzi s’inventano lo striscione sulla Torre di Pisa ed entrano al Senato armati di scudi di polistirolo. Dimostrano che ci sono più fantasia, idee e soprattutto politica vera in giro di quante ne contenga la scatola magica dei narcisi. Almeno voi, ragazzi, non fatevi fregare dal bisogno italiota di un signore, il capo, l’idolo, il padrone o il venerato maestro destinato, come diceva Flaiano, a diventare il solito stronzo.
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