
L’unica cosa certa a due settimane dall’assemblea che rinnoverà i vertici di Intesa Sanpaolo è che in poche ore si è passati dalla luna di miele alla battaglia. A far precipitare la situazione un’intervista del sindaco di Torino Sergio Chiamparino a Repubblica a cui ha replicato a muso duro Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo.
Tutto il lavoro di abile diplomazia messo in campo del presidente della Compagnia San Paolo Angelo Benessia negli ultimi otto mesi è stato messo in discussione dalla scelta sofferta di procedere alla sostituzione di Enrico Salza alla guida del consiglio di gestione della banca. Una decisione non unanime che ha visto scendere in campo le forze politiche, il sindaco in primo luogo e il ministro dell’economia dietro le quinte, e che non è piaciuta ai massimi rappresentanti della Fondazione milanese che esprime nella gestione della banca il presidente del Consiglio di sorveglianza (Cds), Giovanni Bazoli, e l’amministratore delegato Corrado Passera. Dopo lo strappo di sabato sera Guzzetti ha annunciato che non vi saranno più incontri tra le fondazioni azioniste prima di arrivare all’assemblea del 30 aprile che dovrà eleggere il nuovo Consiglio di sorveglianza.
La luna di miele precedente aveva portato alla definizione di una lista comune tra Milano e Torino con l’indicazione di 10-11 consiglieri sui 19 che verranno eletti complessivamente. Altri 5 nomi usciranno dalla lista presentata dalle Fondazioni Padova e Rovigo, Bologna e Firenze, più due nomi indicati da Generali e uno dal Crédit Agricole.
Ora, in mancanza di incontri formali, è abbastanza probabile che Benessia alzi il telefono per sondare gli altri soci e capire chi tra Domenico Siniscalco e Andrea Beltratti goda del consenso maggiore per assurgere alla presidenza del consiglio digestione. E possibile che in questo giro di consultazioni telefoniche Guzzetti si schieri dalla parte di Beltratti, già definito candidato "alla pari" con Siniscalco. E allora diventeranno determinanti i pareri degli altri fondatori, Aureliano Benedetti per Firenze, Antonio Finotti per Padova e Rovigo, Patrizio Roversi Monaco per Bologna. Dei tre solo il primo è da considerarsi molto vicino al management di Intesa Sanpaolo che ha comprato la Cassa di Firenze all’inizio 2008, il secondo e il terzo non hanno posizioni predeterminate e dunque la discussione appare ancora molto
aperta. Benessia è comunque molto determinato nel proporre il nome di Siniscalco e formalmente dovrebbe farlo a Giovanni Bazoli una volta che l’assemblea l’avrà eletto nuovo presidente del Cds. A quel punto la parola passerà al comitato nomine, di cui Bazoli sarà presidente insieme ai due vicepresidenti (uno sarà la torinese Elsa Fornero) e due consiglieri indipendenti, le cui indicazioni verranno proposte al Cds che dovrà assumere la decisione finale a maggioranza. In mancanza di consenso allargato questo sarà il primo vero test per la governale duale di Intesa Sanpaolo.
Una situazione simile si era manifestata in Mediobanca quando si dovette procedere alla nomina del vertice di Telecom. Le tensioni furono tali che i soci decisero di tornare alla governance tradizionale.
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