
Niente più padre e madre sul modulo per iscrivere i figli alle scuole comunali, ma la dizione genitore. Il secondo tempo della battaglia per il registro delle coppie di fatto è cominciata. La consigliera Rosaria Iardino, del Pd, è stata la regista assieme agli uffici comunali della modifica. Ma le opposizioni insorgono: è un attacco ideologico alla famiglia tradizionale. «Demenziale che Pisapia abbia tolto padre e madre dai moduli» ha scritto su Twitter Formigoni. Per la Gelmini lo scandalo è che Milano è piena di buche e con tasse alle stelle, ma Pisapia si occupa di modificare i moduli
Madre e padre sostituiti da genitore uno e due. Succede a Milano. Il secondo tempo del registro delle coppie di fatto è cominciato. La notizia è comparsa sul Corriere della Sera mercoledì: da quest’anno, sul modulo di iscrizione alle materne e ai nidi del Comune di Milano, al posto della dicitura madre e padre ci sarà esclusivamente quella di genitore. Il caso ha infiammato, come era inevitabile, le polemiche. Le fazioni politiche si attaccano, chi difendendo il diritto delle coppie omosessuali ad essere uguali alle famiglie tradizionali e a non essere discriminate. Chi, viceversa, denunciando un golpe amministrativo e culturale. Prima delle opinioni, i fatti. La consigliera del Pd, Rosaria lardino - dichiaratamente omosessuale - ha raccontato di essere stata l’artefice, in questi mesi, del cambiamento. Dopo l’approvazione del registro delle coppie di fatto, «ho lavorato con i funzionari del Comune per cercare di tradurre in pratica i principi della delibera» ha spiegato Iardino. Da qui la decisione di modificare la modulistica per le iscrizioni con la dizione "genitore" al posto di padre e madre (a parte al liceo linguistico comunale Manzoni, dove quest’ anno ci sarà ancorala di zione madre e padre).
Anche le regole che sottostanno alle graduatorie saranno ritoccate in funzione delle nuove famiglie. I figli delle unioni civili, anche se nati da relazioni precedenti, da quest’anno saranno calcolati per fare punteggio. Significa che una coppia di fatto, omo o etero, con figli da diversi relazioni può denunciarli come fratelli se fanno parte della stessa famiglia anagrafica. E ciò, nel caso delle graduatorie per materne e nidi, dà diritto a maggior punteggio. «La mia - afferma Iardino -non è certo una battaglia contro quel che "padre" e "madre" significano nell’immaginario della gente. Ciascuno è libero di concepire la famiglia come meglio crede». Per quanto riguarda il caso dei moduli, aggiunge una riflessione personale: «Perché costringere una coppia omo all’umiliazione di moduli nati quando vigeva un solo concetto di famiglia? È una situazione contro la quale io stessa ho sbattuto, avendo costituito una famiglia assieme con un’altra donna che ha portato una figlia da una precedente relazione e che mi ha dato, di recente, la grandissima gioia di una nuova maternità». Dal centrodestra, però, la levata di scudi è totale. La Lega, per voce del consigliere Alessandro Morelli, propone una forma di disobbedienza civile. «Un suggerimento a chi è felice di essere papà o mamma e che non vuole che il nucleo fondamentale della società sia utilizzato per fini politici: tiriamo una riga sulla dicitura "genitore" mettendo padre o madre».
Fronte compatto anche da Forza Italia e dal Nuovo Centro destra. «Mi domando a che titolo la Iardino ha chiamato i funzionari dell’anagrafe per dire di modificare i moduli - attacca Matteo Forte, consigliere Ncd - L’assessore dov’è? Ma a parte questo denuncio che siamo alla discriminazione al contrario. Per la famiglia "naturale", infatti, non esiste una normativa e diritti ad hoc co me si sta creando per quelle orno sessuali. Tra l’altro siamo davanti a una forzatura amministrativa: la famiglia anagrafica, come dimostrano numerose sentenze del Tar, non può essere equiparata a quella riconosciuta in Costituzione». Durissimo anche Nicolò Mardegan, consigliere provinciale Ncd: «Una giunta legata alle ideologie quella di Pisapia: prima tartassa le famiglie tradizionali con le tasse, e poi cancella la famiglia naturale neutralizzandola. Tutto senza passare né dal Consiglio né dalle commissioni». In prima fila contro l’attacco alla famiglia naturale anche l’ex ministro Maria Stella Gelmini. «Il metrò non collegherà Linate alla città in tempo per Expo, in mensa i bambini trovano metallo nei ravioli, le strade sono ridotte a colabrodi, le tasse sono alle stelle - denuncia il coordinatore lombardo di Forza Italia - però gli uffici comunali sono utilizzati da una consigliera del Pd per uccidere a colpi di burocrazia i termini più antichi e naturali del mondo: padre e madre». Pronto a dare battaglia anche Riccardo De Corato, di Fratelli D’Italia: «Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, ma questa è davvero una notizia che lascia allibiti. L’inutile registro delle unioni civili varato da Pisapia aveva dunque questo obiettivo: siamo di fronte a un attacco alla famiglia a partire dalla sue fondamenta». Per il radicale Marco Cappato, invece, «se la difesa della famiglia "tradizionale" si aggrappa alla modulistica, significa che non ha davvero prospettive». Sereno Francesco De Lisi, consigliere del Pd: «Madre e padre, o genitore? Non è rilevante. Non cambiano i diritti. È solo la conseguenza dell’ applicazione del registro delle coppie di fatto».
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