
15/03/11
Il Fatto Quotidiano
C'è chi teme "l'effetto boomerang". Chi lancia accuse ai "conservatori che raccontano balle". Chi non ha" l'arroganza di indicare" la propria "sensibilità" come linea di partito. Come prevedibile, lo tsunami giapponese ha allungato i suoi effetti fin qua. Ma anziché l'unione delle forze, rischia di produrre l'ennesima scissione dell'atomo.
Sabato 19 marzo, a piazza Navona, l'Italia dei Valori gioca la sua carta: mobilitazione pubblica, sperando nell'effetto palco. A spiegare le ragioni del no al nucleare ci saranno Bruno Tinti, ex magistrato e giornalista, il fisico Giorgio Parisi, Lidia Ravera, Franca Valeri e molti altri, compreso lo stesso Di Pietro. Sull'Idv - promotore del referendum - pesa l'organizzazione della campagna e i dipietristi sono in cerca di aiuto. Il più importante, lo hanno già chiesto, sarebbe quello della tv di Stato. Lo spot del Forum nucleare (ricordate la partita a scacchi?) è stato sospeso dopo aver impazzato per tre settimane su giornali e tv perché ritenuto "ingannevole". A disposizione, i sostenitori del nucleare, avevano sei milioni di euro. I soldi, quelli del no alle centrali non ce li hanno: chiedono che almeno la Rai applichi il regolamento che vuole parità di trattamento per i quesiti referendari.
Finora, al comitato promotore Sì nucleare (sì, nel senso che vuole l'abrogazione della legge) hanno aderito, tra gli altri, Articolo 21, Mario Tozzi, Angelo Bonelli dei Verdi, Gianfranco Mascia, Dario Fo e Franca Rame. La Cgil ha deciso di non dare indicazioni di voto. E anche nei partiti, per ora, si va con i piedi di piombo. L'Udc ha già detto no, è a favore delle nuove centrali. I finiani, spiega Italo Bocchino, non voteranno "contro leggi" che hanno "sostenuto in Parlamento". Solo il deputato Fabio Granata ha cambiato radicalmente idea: "Contrario al nucleare, favorevole alla gestione pubblica dell'acqua e contro ogni meccanismo ad personam di 'legittimo impedimento"'. Faranno campagna per il sì al referendum Sinistra e Libertà, i Radicali e anche il Pd. Ma, all'interno dei democratici, c'è chi chiede di uscire "dal limbo dell'appoggio esterno" (il "rottamatore" Pippo Civati ieri sul suo blog). Perché lo fanno? Lo spiega Ermete Realacci, che ha scritto l'ordine del giorno approvato dall'assemblea nazionale del partito: "La nostra posizione è chiara, inviteremo la gente ad andare a votare sì. Ma onestamente non voglio cadere nell'effetto boomerang: non vorrei che un'eventuale mancanza del quorum venga poi interpretata come un sì al nucleare".
Per evitare che il quorum venga raggiunto il governo ci ha già messo del suo. Oggi arrivano nell'aula di Montecitorio le due mozioni - una del Pd Dario Franceschini, l'altra dell'Idv Antonio Di Pietro - che chiedono al governo l'election day: votare i tre referendum (il terzo è quello sull'acqua pubblica) lo stesso giorno del ballottaggio per le amministrative, il 29 maggio. Ma il ministro Maroni, invece, ha già detto che proporrà al consiglio dei ministri il 12 giugno. Scuole chiuse, estate piena. Non esattamente le condizioni ideali per portare i cittadini a votare. Senza contare lo spreco di 350 milioni di euro che ci costerebbe la terza chiamata alle urne. Sempre oggi, si discutono in commissione le modifiche al decreto del governo sulla localizzazione dei nuovi impianti e dei siti di stoccaggio. La Corte costituzionale ha chiesto all'esecutivo di aumentare il coinvolgimento delle Regioni nella scelta: le centrali non possono piovere dal cielo. Il decreto va convertito entro il 23 marzo, mercoledì prossimo, pena la decadenza. Ma, si è già visto con il federalismo, se non dovesse fare in tempo il governo troverebbe di certo un escamotage per allungare le scadenze.
Ieri, il ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha ribadito che loro vanno avanti dritto, che non c'è nulla da temere, e che non si cambia idea solo perché "condizionati da qualcosa che neppure sappiamo, perché le informazioni che arrivano dal Giappone non sono certificate". Chissà, forse a Fukushima non è successo niente.
© 2011 Il Fatto Quotidiano. Tutti i diritti riservati